giovedì 26 dicembre 2013

SUL COMMISARIAMENTO DEL COMUNE DI GUALDO TADINO


Dunque...ho riletto il comunicato del PD ed i commenti ad esso relativi , poi ho sentito alcuni amici e conoscenti di varia estrazione politica. Dato che non ho assistito direttamente ai fatti di cui si narra da diversi punti di vista, penso che per conoscere nei dettagli ciò che è veramente accaduto, servirebbero delle indagini preliminari di Polizia seguite da una citazione a giudizio o da un'archiviazione ( dato che da più parti vengono prospettate ipotesi di reato). Poi dovrebbe essere celebrato un processo con tanto di possibile appello, ricorso in Cassazione ed eventuali ricorsi incidentali in Corte Costituzionale. Alla fine, tra una decina d'anni circa potrei leggermi una sentenza (definitiva) di condanna o di assoluzione verso qualcuno. Devo confessarvi che mi dispiace davvero molto d'essermi perso i pochi attimi di vivacità, in questa abissalmente noiosa legislatura.Per quanto riguarda il comportamento dei consiglieri, che non partecipando alla massima assise cittadina ne hanno decretato l'ireversibile decadenza, ho potuto intuire che la loro scelta sia stata di natura strategicamente finalizzata al conseguimento della nomina commissariale. L'eccezione della professoressa Fioriti che non si è presentata per giustificati motivi di salute (a quanto pare non solo di origine fisica, ma anche psicologica, date le gravi minacce subite, non tanto con la sincera, legittima e pubblica lettera aperta, quanto con le due chiuse e di sconosciuta provenienza) conferma la regola dell'assenza volontaria di tutti gli altri, inclusi (penso) i dimissionari non surrogabili per ragioni tecniche (forse...e questo è un sospettuccio :)   incidentalmente volute. In conclusione, ciò che ha condotto al commissariamento del nostro comune, a mio avviso , è la conseguenza necessaria della conclamata impossibilità (per ragioni in parte note ed in parte sconosciute, almeno a me) dell'esecutivo di mantenere coese le forze consiliari di maggioranza. Su questa debolezza (che in passato ho definito come provocata o amplificata da quello che scherzosamente chiamo "embargo politico - economico gracioliniano"... a causa della strategia dell'amico Graciolini) si è innestata una tattica politica abile e non vigliacca, dei gruppi d'opposizione, dato che anche l'assenza da un'assemblea costituisce manifestazione di volontà. Per questa ragione le leggi che disciplinano la procedimentalizzazione delle volonta degli organi democratici, richiedono un minimo di presenze, per la validità delle sedute (cosiddetto numero legale). I consiglieri che non hanno partecipato alla seduta sapevano e sanno benissimo che la loro assenza è equivalente nella sostanza ad una mozione di sfiducia verso l'intero consiglio (data l'esizialita' dei motivi della convocazione : ...il bilancio da approvare) anche per questo penso che alcuni di essi abbiano organizzato un presidio democratico in piazza, dove, a quanto pare dalle finestre del palazzo (divenuto una "Bastiglietta Gualdese assediata dal popolo") sia stata versata qualche frase "oleosa e bollente" dovuta ad un comprensibile pur se non del tutto giustificabile (...ma ripeto che la verità dei fatti andrebbe "cementata " giudizialmente) senso d'irrimediabile sconfitta. Comunque tra qualche tempo si tornerà a votare e se non ci saranno gravi stravolgimenti del panorama socio politico (come per es. forti addebiti di natura giudiziaria, verso personaggi di rilievo, noti ed emergenti) il risultato finale potrebbe sorprendere ancora ; disallineandosi dai primi esiti delle azioni politiche in corso.


venerdì 25 ottobre 2013

PROPOSTA DI EMENDAMENTO ALLA VIGENTE LEGGE ELETTORALE. L'OPZIONE DI GOVERNABILITA'

PROPOSTA DI EMENDAMENTO ALLA VIGENTE LEGGE ELETTORALE. L'OPZIONE DI GOVERNABILITA'
Premessa.
Brevi considerazioni costituzionali.
L'attuale legge elettorale  non prevede un sistema di riequilibrio per l'assegnazione dei seggi senatoriali, se i premi regionali dovessero contrastare con i risultati della totalità dei voti espressi a livello nazionale. Il concetto di elezione dei senatori su base regionale previsto dalla Costituzione è riferibile alla delimitazione dei collegi elettivi che non devono travalicare i confini della regione elettoralmente interessata non coinvolgendo, appunto, una "base" elettorale esterna ai confini medesimi. Si deve tener conto dell'ultimo comma dell'Art. 57 della Costituzione che prevede esplicitamente un criterio di proporzionalità nell'assegnazione del numero dei seggi senatoriali alle regioni. Quindi è importante che vi sia proporzionalità nel determinare il numero dei seggi ma nulla lascia intendere che un'eventuale premio di maggioranza (presupponendone la legittimità in linea teorica) dovrebbe essere attribuito per circoscrizioni coincidenti con i limiti regionali, senza tener conto del risultato complessivo nazionale.
E' palese che i collegi elettorali si prestano alla realizzazione di maggioranze non corrispondenti alla volonta popolare complessiva. Questo è maggiormente evidente nei sistemi elettorali basati sul criterio del collegio uninominale, dove coloro che si occupano della ripartizione circoscrizionale sono fisiologicamente tentati all'applicazione del cosiddetto "Gerrymandering".

Per questo e data l'eventualità di un nuovo ricorso alle urne, appare necessario ed urgente apportare un emendamento alla vigente legge elettorale, demandando al nuovo Parlamento ed al nuovo Governo il compito di realizzare una riforma istituzionale completa ed organica.

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PROPOSTA DI EMENDAMENTO ALLA VIGENTE LEGGE ELETTORALE.

DISPOSIZIONE TRANSITORIA: L'OPZIONE DI GOVERNABILITA'
Se con le precedenti disposizioni (legge elettorale vigente) dovesse emergere disomogeneità tra le maggioranze dei due rami del Parlamento; qualunque partito o coalizione politica interessata potrà chiedere il  conteggio complessivo dei voti ed esercitare l'opzione di governabilità.
Il conteggio complessivo consiste nell'accertamento della somma di tutti i voti espressi dalla forza politica richiedente (e dalle altre forze politiche) nelle consultazioni elettorali relative a Camera e Senato (tutti i voti di Camera e Senato, andranno sommati tra loro).
La forza politica (singolo partito o coalizione) che avrà ottenuto la maggior cifra elettorale complessiva (maggioranza assoluta o relativa) avrà diritto di ottenere nei due rami del parlamento la metà meno uno dei parlamentari. Questi parlamentari detti di premio o di Governo saranno scelti direttamente dal candidato politico alla guida dell'esecutivo; da una lista predefinita parallelamente alla lista ordinaria; con possibilità  di selezionare i rappresentanti (oltre che di sostituirli anche durante la legislatura) in maniera del tutto indipendente, senza l'osservanza di gerarchie d'iscrizione nelle liste elettorali.
Mentre la metà più uno dei componenti delle due camere verrà eletta secondo il criterio proporzionale puro con il quoziente ottenuto  attraverso la divisione della cifra elettorale conseguita in ognuna delle camere per il numero dei parlamentari da attribuire alle camere medesime. Le cifre elettorali dei partiti che non raggiungeranno il quoziente minimo per l'assegnazione di un seggio, concorreranno in ragione dei resti più alti all'attribuzione dei seggi residuali.
All'attribuzione dei seggi tramite il criterio proporzionale partecipano tutti i partiti, inclusi quelli premiati.
Il premio di maggioranza viene attribuito con gli stessi criteri della legislazione emendata solo che, meno il partito (o la coalizione) vincente si avvicina al 50% più un voto di consensi e più diminuisce il periodo di governo. Fino al 10 % di consensi (maggioranza relativa ipotetica in caso di una polverizzazione quasi assoluta dei partiti) il vincitore ha diritto ad un anno di governo.
Con il 20 % a 2 anni
Con il 30% a 3 anni
Con il 40% a quattro anni
Con più del 40% di consensi, il soggetto politico vincente potrà governare per un'intera legislatura.

Ovviamente in caso di sbarramento d'accesso per il conseguimento del premio le precedenti considerazioni non varrebbero se non a partire dal 40 % in poi; che rappresenta la soglia di sbarramento di cui si sta parlando pubblicamente.
In caso di statuizione di una soglia elevata per l'attribuzione del premio di maggioranza, difficilmente lo stesso premio verrebbe attribuito. Ciò comporterebbe  un ripristino, di fatto, del proporzionale puro, con la necessità di coalizione (anche tra soggetti politici eterogenei)  per la formazione di un governo. In questo caso si rimanda alla proposta di legge elettorale dotata di clausola di governabilità (riportata tra i commenti in fondo).


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Riepilogo:
Opzione di governabilità: Viene esercitata da uno o più partiti o coalizioni in caso di differenti maggioranze tra Camera e Senato. l'opzione consiste nel conteggio della somma dei voti conseguiti dagli stessi partiti o coalizioni alla Camera ed al Senato.
Con l'opzione di governabilità:
A) La metà più un membro dei componenti della Camera dei Deputati viene eletta con il metodo proporzionale puro.
B) La metà più un membro dei componenti del Senato della Repubblica viene eletta con il metodo proporzionale puro.
C) La metà meno un membro dei componenti della Camera dei Deputati viene eletta con il premio di maggioranza.
D) La metà meno un membro dei componenti del Senato della Repubblica viene eletta con il premio di maggioranza.
E) Al Senato (come alla Camera) scompare il concetto di premio regionaleIl calcolo proporzionale si effettua in base al risultato nazionale. Al Senato, i seggi  vanno  distribuiti, nel maggior rispetto possibile dell'Art. 57 della Costituzione.
F) L'Opzione di Governabilità, permette di sommare i voti per l'elezione della Camera dei Deputati con i voti per l'elezione del Senato della Repubblica, facendo emergere la forza politica, singola o coalizzata, che in assoluto ha conseguito il maggior consenso elettorale.

Considerazioni conclusive. Con questo metodo; oltre ad ottenere una maggioranza stabile e sicura in ogni ramo del Parlamento; il partito o la coalizione premiata lascia passare i partiti minori, grazie  all'abbattimento dello sbarramento d'accesso. Inoltre, tutte le forze politiche vengono rappresentate in base ai consensi ottenuti su tutto il territorio nazionale senza forzature localistiche.

Premio sul periodo di governo commisurato alla percentuale di consensi ottenuta. 1 anno con il 10% 2 anni con il 20% 3 anni con il 30% 4 anni con il 40% 5 anni con più del 40 %

Ovviamente in caso di sbarramento d'accesso per il conseguimento del premio le precedenti considerazioni non varrebbero se non a partire dal 40 % in poi; che rappresenta la soglia di sbarramento di cui si sta parlando pubblicamente.

In caso di statuizione di una soglia elevata per l'attribuzione del premio di maggioranza, difficilmente lo stesso premio verrebbe attribuito. Ciò comporterebbe  un ripristino, di fatto, del proporzionale puro, con la necessità di coalizione (anche tra soggetti politici eterogenei)  per la formazione di un governo. In questo caso si rimanda alla proposta di legge elettorale dotata di clausola di governabilità (riportata tra i commenti in fondo).


Legge elettorale. Proporzionale puro con clausola di governabilità e sovranità rafforzata. No a formule inique e strumentali per derive autoritaristiche ed accentratrici.

La vigente legge elettorale vìola, almeno, gli articoli 48,49,1,139 della Costituzione.
Ecco alcuni dei motivi della sua difformità al dettato Costituzionale. Contestualmente ed in seguito, vengono accennate alcune proposte di riforma, della principale legge posta a guida e tutela della Sovranità Popolare.
1) Il voto dei cittadini non è uguale perché con lo sbarramento percentuale
d'accesso, anche chi riesce a prendere una quantità di voti pari al quoziente
minimo è tagliato fuori del riparto dei seggi parlamentari. Quindi votare per
certi partiti non produce a parità di voti lo stesso risultato che votare per
partiti cosiddetti minori. Perciò solo alcuni e non tutti riescono ad organizzarsi
in partiti ed a concorrere democraticamente alla determinazione della politica nazionale
2)La segretezza prevista per il voto espletato nei seggi italiani (nella cabina
elettorale non si può portare nemmeno un telefonino) non è altrettanto salvaguardata per
il voto espresso all'estero tramite posta. Infatti, non esistono garanzie serie e credibili sulla
segretezza del voto espresso all’estero e spedito per posta data l’assenza del
personale di vigilanza degli uffici elettorali. In teoria il voto potrebbe
essere esibito o divenire oggetto di coercizione se non addirittura espresso
su più schede per opera dello stesso individuo.
3) La Giunta Delle Elezioni è ora un organo di controllo che è nominato dopo
le elezioni e la sua formazione risente della maggioranza del Parlamento sulla
cui legittimazione deve pronunciarsi. La legge che disciplina la formazione
della Giunta è antecedente a questa legge elettorale e perciò inadatta a garantire
un sindacato equilibrato della regolarità delle operazioni elettorali.
L’organismo di controllo elettorale dovrebbe essere costituito prima delle operazioni
di voto (come gli organismi tecnici degli uffici elettorali) e non successivamente
perché una maggioranza (con la rappresentanza solo formale delle minoranze) che
controlla la regolarità della propria elezione non può essere attendibile.
4) Il premio di maggioranza sia esso nazionale che regionale è costituzionalmente
illegittimo perché rende il voto disuguale.
5) La sovranità popolare deve essere esercitata nelle forme e nei limiti
della Costituzione (questa riserva di legge è fondamentale e si
riferisce alla Costituzione come norma fondamentale) perciò la
legislazione ordinaria e costituzionale non possono alterare i principi
fondamentali, costituzionali, incorporati nel primo e nell’ultimo articolo
della Costituzione (con implicito riferimento esegetico agli articoli
48 e 49) considerando che la forma repubblicana non può essere oggetto
di revisione costituzionale. Questo significa che democrazia e
repubblica basate sull’uguaglianza, la libertà, la personalità e la
segretezza del voto non possono assolutamente essere sfigurate da
tentativi golpistici legalitari miranti all’ottenimento d’assetti
governativi stabili basati su grossolane metodologie riformiste.
La cosiddetta stabilità di governo e di legislatura va perseguita attraverso
il rispetto della costituzione con modifiche leggere miranti ad ottenere degli
accordi il cui rispetto sia garantito da un’apposita commissione per la stabilità
istituzionale dotata di poteri surrogatori in caso d’inadempimento degli obblighi
assunti dai parlamentari.

Per rafforzare la Sovranità popolare si potrebbe arrivare all'elezione del governo con un secondo turno elettorale, in base alle indicazioni dei parlamentari eletti al primo turno. In tal caso si potrebbero eleggere metà dei parlamentari al primo turno e metà al secondo. I primi sarebbero i parlamentari delle Camere mentre i secondi costituirebbero la rappresentanza ed il sostegno diretto al Governo. I parlamentari di governo dovrebbero venir assegnati con totalità ai candidati governativi vincitori del secondo turno elettorale. Ovviamente un'allineamento dei rappresentanti camerali con quelli governativi sarebbe il più auspicabile per la stabilità di governo.

Il dilemma delle preferenze.
Reinstaurare la preferenza o le preferenze da esprimere direttamente sulla scheda definitiva per la designazione dei parlamentari; oppure calibrare un sistema di graduatorie ottenute con elezioni primarie (anche con l'ausilio del web)  per stabilire le gerarchie da rispettare nella composizione delle liste elettorali, salvaguardando le elezioni dallo scempio del ricatto dei "controllori informali della preferenza"?

Incostituzionalità dei collegi uninominali.

Dividere in collegi (uninominali e non. Infatti per la Camera, soprattutto con il proporzionale puro, si dovrebbe votare per un solo collegio nazionale e per il Senato per dei collegi regionali indivisibili) è un espediente per evitare il conteggio dei resti cumulativamente. Nel Mattarellum infatti vi era un'assegnazione chiamata "scorporo" di seggi su base proporzionale corrispondente ad una certa percentuale mi sembra il 30%. Può succedere ed in Inghillerra è accaduto, che un partito con percentuali basse ma di maggioranza relativa su tutti i collegi possa prendere il 70% o più dei seggi con un totale di voti sul totale nazionale, appunto, del 30% . Questo metodo corrisponde ad un premio di maggioranza dissimulato. Con il doppio turno su collegio uninominale le cose potrebbero andare meglio ma a quel punto sarebbe preferibile un doppio turno che segua un primo turno di proporzionale puro per far eleggere ai cittadini il Governo sulle indicazioni dei deputati eletti. Io propongo la clausola di governabilità a turno unico ma il doppio turno (per eleggere il governo sulla base dei risultati del primo turno) la coadiuverebbe, rafforzando appunto la sovranità popolare. Poi vi sarebbe la possibilità di valutare una molteplicità di candidati alla Presidenza del Consiglio sostenuti da partiti che potrebbero allearsi liberamente anche con diverse combinazioni per l'attuazione di programmi più o meno conformi alle loro piene aspettative. Per es il PD potrebbe sostenere un proprio candidato per l'attuazione di un programma maggiormente orientato a sinistra accordandosi con IDV,SEL E M5S. Nello stesso tempo potrebbe accordarsi per un candidato dell'UDC ed un programma più centrista, oppure per un candidato neutro, in un accordo tecnico con il PDL . In ogni caso sarebbe la popolazione a scegliere dopo aver eletto i deputati che rimarrebbero maggiormente vincolati al Governo uscente (anche per disposizione di legge apposita) dalla consultazione di secondo turno.

Andrebbe precisato che con il secondo turno dovrebbero essere eletti dei parlamentari di "puro" sostegno al Governo; in numero sufficiente da garantire la governabilità. Oppure la stabilità dell'esecutivo, potrebbe sempre ed ugualmente venire  affidata, ad un organismo d'equilibrio per la valutazione di conformità programmatica.

Nota: Nell'allegato appare una sintesi di un mio ricorso alla Giunta Parlamentare per le Elezioni.

UNA NUOVA RISERVA DI LEGGE COSTITUZIONALE. LA RISERVA FONDAMENTALE (Piccolo approfondimento di un concetto citato nella nota principale)
pubblicata da Angelo AG Gaudenzi il giorno Martedì 16 marzo 2010 alle ore 2.42 ·
La sovranità popolare deve essere esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione (questa riserva di legge è fondamentale e si riferisce alla Costituzione come norma fondamentale) perciò la legislazione ordinaria e costituzionale non possono alterare i principi fondamentali, costituzionali, incorporati nel primo e nell’ultimo articolo della Costituzione (con implicito riferimento esegetico agli articoli 48 e 49) considerando che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale. Questo significa che democrazia e repubblica basate sull’uguaglianza, la libertà, la personalità e la segretezza del voto non possono assolutamente essere sfigurate da tentativi golpistici legalitari miranti all’ottenimento d’assetti governativi stabili basati su grossolane metodologie pseudo riformiste.

mercoledì 16 ottobre 2013

DIVENTARE RICCHISSIMI. META O PERCORSO ?

Diventare ricchissimi. Meta o percorso per comprendere che, in definitiva, l'unica ricchezza e' la vita in se e per se, dove i rapporti con le cose servano soltanto a migliorare la conoscenza e la consapevolezza del vero se ?



giovedì 10 ottobre 2013

mercoledì 9 ottobre 2013

LA BELLEZZA

La bellezza


Per essere belli si deve comprendere ciò che è realmente la bellezza. La bellezza inconsapevole è un dono di natura destinato a sfiorire rapidamente, se non si evolve in bellezza consapevole della prorpria origine. L'origine della bellezza è l'eternità. La vera bellezza non finisce mai perciò se ne trovano in giro soltanto simulacri chiamati "opere d'arte". Ma la bellezza eterna, viva, perfetta ed incontaminabile non apparirà mai sulle passerelle di moda perchè la sua natura è lontana da un'umanità vinta dalle proprie imperfezioni ed indebolita dalla vanità che è sinonimo di temporaneità. La vera bellezza è splendore incessante, definita indefinibilità, attrazione perenne, perfezione assoluta, sicurezza inestinguibile. La vera bellezza è. La finta bellezza è voglia di apparire. La vera bellezza corrisponde all'essenza, quella finta all'apparenza. L'apparenza è inganno. L'essenza equivale alla verità. La bellezza è verità e la verità è bellezza.

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Bellezza nascosta è come luce oscurata. A volte però la penombra serve a moderare il disorientamento provocato dalla luce più intensa.

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A volte si sente dire che qualcosa o qualcuno "è troppo bello". Questo è il mistero dell'insostenibilità della bellezza vera.

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La bellezza a volte si manifesta con un filo lunghissimo che con illuminata intelligenza compone immagini meravigliose.

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Il vero mistero è quello su cui non si riesce a riflettere. Il vero mistero è  beffardo nel fornirci una soluzione illusoria immediatamente seguita da una feroce complicazione. Il vero mistero ci offre come unica rivelazione l'impossibilità di essere svelato.
Il vero mistero è l'amore di qualcuno che non ha alcuna convenienza nel volerci bene ma ci ama ugualmente sempre e comunque.Il vero mistero sta nella fine di ciò che dovrebbe durare per sempre e nell'inizio di quello che non dovrebbe mai cominciare.
La bellezza è il mistero più vero, perchè la si può spiegare anche dettagliatamente ma non si riuscirà mai comprenderla del tutto.

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Nulla si deve fare per forza a meno che non sia la forza delle proprie convinzioni; considerando che ciò di cui siamo convinti non sempre ha un'origine immediatamente conoscibile, pur se sempre certa.

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Natura della bellezza

La bellezza non è un percorso ma una meta obbligata che sa concederci tutto il tempo che vogliamo per raggiungerla. Non si preoccupa del fatto che si possa arrivare ad essa per vie tortuose, lunghe ed apparentemente inutili. Rimane là dove si trova, dove è sempre stata e dove rimarrà per sempre; perché la bellezza è assoluta, immutabile e perciò eterna. Non possiamo sfuggirle anche se spesso facciamo di tutto per ignorarla.

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La bellezza è precisione. La precisione è una qualità incorporata alla totalità cosmica. In quest'ottica tutto può definirsi preciso e perciò bello.

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L'umanità sta esaurendo il suo repertorio

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Dall'apparente bruttezza del fango limaccioso, misteriosamente sboccia uno dei fiori più belli del mondo.

Fiore di loto





LA DIFFERENZA

LA DIFFERENZA


LA DIFFERENZA 
C'è pure chi scopre nella diseguaglianza un'occasione per dilatare la propria consapevolezza del sé; imparando a vedere ogni entità vivente ed ogni frammento d'universo, come manifestazione della stessa forza, di creazione di mantenimento e di annientamento cosmico.

E' meglio fare il bene scortesemente che operare il male con gentilezza

E' meglio fare il bene scortesemente che operare il male con gentilezza


E' meglio fare il bene scortesemente che operare il male con gentilezza.

Certo, sarebbe ancora meglio, compiere il bene gentilmente.

Molti, convinti di fare ciò che gli conviene, in realtà fanno quel che conviene a qualcun'altro.

Molti, convinti di fare ciò che gli conviene, in realtà fanno quel che conviene a qualcun'altro.


Si sente sempre dire che qualcuno agisca per convenienza. A pensarci bene
non ho ancora conosciuto una sola persona che faccia qualcosa che non
gli convenga affatto. Il problema e l'inganno consistono nel fatto che molti, convinti di fare
ciò che gli conviene in realtà fanno quel che conviene a qualcun'altro.

IL CASSONETTO. VERO ED UMILE PROTAGONISTA DELLA NOSTRA EPOCA.

IL CASSONETTO. VERO  ED UMILE PROTAGONISTA DELLA NOSTRA EPOCA.

Rovesciato, malmenato, spaccato, bruciato, trascinato, disprezzato. Usato come barricata e  rudimentale carro da guerra nelle manifestazioni; il cassonetto ormai non viene più riconosciuto in qualità di contenitore per rifiuti se non in via del tutto incidentale, quando i rifiuti devono essere sparsi logisticamente o bruciati con vistosità prima, durante e dopo i cortei, le partite di calcio più conflittuali ed in occasione delle riunioni dei vertici internazionali. Nelle alluvioni più rovinose, appare inaffondabile, tra i flutti d'acqua fangosa; pronto a "salvare" da sicuro annegamento, qualche malcapitato che vi si aggrappa impaurito ma speranzoso (data l'indiscutibile robustezza di questo manufatto).
Tanti neonati trovati vivi nel cassonetto, lo ricorderanno da adulti come la loro incubatrice puzzolente, molti altri purtroppo non potranno parlarne perché è stata la loro bara. Cani randagi e barboni lo usano come monolocale da adibire a mensa e ricovero d'emergenza notturna.
E' giunto il momento di riconoscere al cassonetto dignità superiore a quella per cui è stato originariamente ideato. Il cassonetto è ormai un'istituzione, un vero monumento di pop art, un luogo di culto laico, un testimone di bassezze e nobiltà umane. Servono edifici, piazze coperte, aeroporti, palasport ed altre opere, a forma di cassonetto. Case popolari a schiera in guisa di cassonetti con coperchi (tettoie) utilizzati come inseguitori solari tappezzati da cellule fotovoltaiche. Che mirabile confluenza di ecologia arte ed energia rinnovabile.
Grandi centri commerciali con multisale cinematografiche e teatrali, dotate di parcheggi allocati sotto  mega cassonetti sostenuti da ruote giganti. Conferenze, spettacoli, spesa, ristoro, mostre, feste popolari...Tutto al "Cassonetto". "Pronto...ciao...sono al cassonetto...ti va di mangiare qualcosa insieme?...Si ok...allora mi trovi al terzo piano ...trattoria di 'er monnezza' tanto per rimanere in tema"...Perché il cassonetto è diventato l'alfa e l'omega, il luogo palingenetico per eccellenza, dove tutto torna per ripartire, riciclandosi infinitamente.
Saluti a tutti dal "Cassonetto internet point"... 

martedì 8 ottobre 2013

GRANDI INTUIZIONI

L’Italia è all’avanguardia. Nuova tecnologia energetica (acqua, elettricità e nichel). Nuova cura anticancro (bicarbonato di sodio). Al mondo accademico ufficiale, legato alla speculazione commerciale, questa semplicità non piace perchè distrugge dei potentati che hanno reso schiave del profitto altrui milioni (miliardi)di persone. Presto arriverà pure la telecomunicazione quantistica (senza ripetitori terrestri e satellitari) e poi speriamo, il viaggio attraverso i tunnel gravitazionali (rotazione veloce del plasma in anelli magnetici superconduttori). La vera Italia finalmente sta tornando alla ribalta.

RIVOLUZIONE DEMOCRATICA.

 RIVOLUZIONE DEMOCRATICA.

LA RAGIONE DELLA CRISI E' LA CRISI DELLA RAGIONE

LA RAGIONE DELLA CRISI
(Un pensiero di solidarietà verso la popolazione italiana, vittima secolare di feroci fregature provenienti da furbi e furbastri, in ogni momento storico)

In molti non sanno o credono di non sapere quel che devono fare e perciò non fanno nulla.

Molti altri, credendo di sapere ciò che devono fare, fanno  quel che non dovrebbero fare ed in altre circostanze, paradossalmente compiono per errore ciò che, per fortuna, dovrebbe essere fatto. Però spesso, acquisendo l'erronea  convinzione di aver fatto ciò che non avrebbero dovuto fare, riescono a vanificare un giusto, pur se fortuito operato.

Altri ancora, sanno quel che devono fare ma fanno qualcos'altro o non fanno alcunché. Addirittura in alcuni casi impediscono al prossimo di fare ciò che dovrebbe essere fatto. Questi sono i peggiori e purtroppo stanno esponenzialmente aumentando di numero.
Taluni, infine (i più coscenziosi) fanno quel che devono fare pur rendendosi  conto che  non serve a nulla, dato che gli altri facendo cose contrarie al loro dovere distruggono ogni utile risultato.
La ragione della crisi origina dalla diffusa mancanza di ragione.
La mancanza di ragione proviene dalla convinzione che la ragione non possa esistere come valore assoluto e fondamentale.
Quando si verifica tutto questo, per evitare il caos servono accordi solidi tra le persone, che possano sfociare in leggi certe ed inoppugnabili.
Perciò occorre un governo forte sostenuto da un parlamento affidabile, ambedue assistiti da una magistratura dinamica, rapida, precisa, equilibrata e radicalmente giusta.

RIVOLUZIONE FISCALE


Tracciare le transazioni commerciali grandi e piccole assegnando dei bonus fiscali ai cittadini contribuenti
La Tobin Tax deriva da un'intuizione geniale (e perciò non dovrebbe essere limitata nell'applicazione alle sole intermediazioni valutarie). L'errore non è tanto nel non riuscire a contrastare l'evasione quanto nel non aver messo a punto un sistema internazionalmente efficace per prelevare molto poco sotto forma di diritti d'intermediazione pubblica nelle transazioni commerciali grandi o piccole. Per es. I cittadini andrebbero incoraggiati a far registrare su tessera magnetica d'identità personale qualunque transazione effettuata assegnando subito dei bonus fiscali immediatamente verificabili. Per es. Prendo un caffè...pago anche contante ma esibisco il mio tesserino d'identità e su di esso viene registrata la transazione...allora dell'euro che pago  mi tornano indietro dieci centesimi...Dopo un'anno di bonus fiscali si accumulerebbero somme sostanziose da spendere da reinvestire o da risparmiare. Inoltre e soprattutto ogni scambio commerciale risulterebbe immediatamente e dal medesimo scambio sarebbe ricavabile un contributo fiscale equo e non occultabile.Per sconfiggere l'evasione fiscale si deve eliminare il sistema impositivo diretto, trasformando ogni singolo cittadino in controllore fiscale. il concetto è molto semplice, dove c'è movimento di beni di servizi e di denaro le pubbliche amministrazioni possono prelevare un contributo necessario per garantire i movimenti stessi di ricchezza. Questo contributo deve essere equo nel senso di non costituire ostacolo alla movimentazione stessa della ricchezza.

Senza Magistrati il male dilagherebbe e tutti noi saremmo perduti.

Se non ci fosse la Magistratura

Immaginate un paese senza Pubblici Ministeri e senza Giudici.
A chi vi rivolgereste per chiedere la riparazione di un torto subito?
A cosa servirebbero le leggi  senza degli esperti in grado di valutarle suggerendone il perfezionamento e garantendone l'applicazione secondo una metodologia sicura imparziale e costante nel tempo?
Certo, gli errori sarebbero inevitabili ma la Magistratura rimarrebbe ugualmente l'unica presenza istituzionale capace di operare con precisione nella realtà valutativa del giusto e dell'ingiusto.
Se non ci fossero i Giudici con chi potremmo parlare di Giustizia?
Ovviamente potremmo sempre rivolgerci a DIo, ma questo riusciamo a farlo anche in presenza della Giustizia terrena, all'interno della quale non si può non intravedere una tracciante presenza di confortante spiritualità.

Se non ci fosse la Magistratura saremmo perduti perché i malvagi che c'insidiano riuscirebbero ad annientarci senza trovare la giusta resistenza che sempre più frequentemente ne determina la sconfitta lasciando trionfare il bene.



Senza Magistrati il  male dilagherebbe e tutti noi saremmo perduti.

lunedì 7 ottobre 2013

La vera unica ricchezza è l'immortalità dell'essere in uno status d'eternita', di libertà e di conoscenza universale. Non mi sembra che certi definiti, per luogo comune, "ricchi" siano dotati di una tale caratteristica o che vivano in una simile condizione.

La vera unica ricchezza è l'immortalità dell'essere in uno status d'eternita', di libertà e di conoscenza universale. Non mi sembra che certi definiti, per luogo comune, "ricchi" siano dotati di una tale caratteristica o che vivano in una simile condizione.





sabato 5 ottobre 2013

Un pianeta libero ed ordinato


Un pianeta libero ed ordinato

Il problema non è tanto quello della libera circolazione delle persone sul pianeta, ma la tutela della persona umana e dei suoi diritti. Per questo servono forze internazionali di polizia efficienti ed una giurisdizione internazionale rapida precisa ed efficace, unitamente a forme evolute di centri rieducativi (non più carceri) funzionali, capaci di restituire idoneità sociale a coloro che hanno violato le leggi.


giovedì 3 ottobre 2013


Alcune riflessioni, sulla questione della schermatura del dipolo magnetico.
Il problema principale del convogliamento del flusso magnetico sullo stile della turbina Pelton, consiste nella schermatura dei magneti per impedire l'interazione tra i poli in opposizione. Con il dovuto rispetto per il prototipo ad interposizione diamagnetico - metallica, io avrei pensato all'uso di supermagneti (o elettromagneti) a forma di U da applicare a coppie ( o pluralità di coppie) di rotori circolari affiancati. Un rotore verrà spinto da un flusso positivo esercitato su magneti recettori di segno negativo ed un altro rotore verrà spinto dal flusso del lato negativo del magnete ad U esercitato sui magneti recettori di segno positivo. I due rotori circolari potranno essere sincronizzati in maniera sfasata tra loro per consentire un apporto più efficace della spinta dei poli magnetici del supermagnete ad U (o elettromagnte). Si potranno mettere in serie molti dischi per favorire una rotazione più fluida usando dei magneti ad U con inclinazioni diverse ed i magneti recettori potranno ugualmente essere a forma di U .Tutti i dischi saranno posti sullo stesso albero. Con i magneti ad U si può evitare l'uso del mumetal per la schermatura.Angelo Gaudenzi

sabato 28 settembre 2013

BASTA CON LA STRAGE DEGLI ELEFANTI  !   DOBBIAMO FERMARE IL MASSACRO DI QUESTE MERAVIGLIOSE CREATURE.


mercoledì 25 settembre 2013


LEZIONI D'IMPRENDITORIA O ALLEVAMENTO DI PESCECANI ?
Si sente in giro di gente che vorrebbe insegnare il mestiere d'imprenditore. Questi soggetti forse non sanno che per fare qualunque mestiere nel nostro paese, serve prima di tutto rispettare la Costituzione e le Leggi della Repubblica Italiana. Grazie al Cielo (quello vero).

martedì 24 settembre 2013

E'  MOLTO DELUDENTE VEDERE L'INTELLIGENZA AL SERVIZIO DELLA STUPIDITÀ

In generale gli ignoranti comprendono le cose con circa 20 anni di ritardo. Questo periodo corrisponde ad una generazione. Quando degli ignoranti ostacolano esigenze urgenti di giustizia lo fanno per questioni di territorialità e di protezione viscerale delle loro famiglie. Tutto ciò produce sofferenza verso degli innocenti elevati in coscienza. Le azioni negative degli ignoranti daranno reazioni su loro stessi e sulle loro discendenze. L'ignoranza è forse la peggiore afflizione dell'umanità. Essa è come un grosso freno le cui ganasce intrappolano le popolazioni che naturalmente si muovono verso l'evoluzione cosmica.


INTERFERENZA

Se una persona sporca tocca una persona pulita, la sporcherà e potrà dire in giro che quella persona era sporca ancor prima di averla toccata.
Così a forza di mettere in discussione la rettitudine di una persona onesta si finirà per rovinarne la reputazione.
Ma la sporcizia che un disonesto vede, o vuol far vedere ad altri nell'onesto, in realtà corrisponde alla proiezione della sua disonestà.
Se si guarda il mondo con occhiali sporchi, anche ciò che è puro apparirà impuro e se la maggior parte di coloro che osservano, indossano occhiali sporchi, allora la loro visione del mondo risulterà imperfetta e quelli che ci vedono bene saranno considerati ciechi, pazzi e corruttori.
Ancor più grave sarebbe l'operato di coloro che volutamente inforcassero degli occhiali sporchi, proprio per il piacere di vedere lo sporco anche là dove è il pulito, per riferire ad altri ciò che vedono, traendone un'illecito guadagno.

EVVIVA LA GIUSTIZIA, CHE UN BEL GIORNO SI AFFERMERÀ.

Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà.

Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà.
Per circa 25 anni ho protestato a causa della scarsa professionalità che si rinveniva in certi ambienti. Contro certe cause e certi processi che sembravano fatti per forza e per interesse (non di giustizia). Ho protestato contro le chiusure preconcette dell'ordine professionale forense e contro il conflitto d'interesse tra giurisdizione dei non togati e professione avvocatizia. Ho protestato scrivendo montagne di comunicati, reclami denunce e quanto altro di documentale poteva essere prodotto. Non ho mai protestato contro la Giurisdizione nel senso puro del termine ma contro le sue forme degenerative, sperimentabili per es. quando due avvocati in formale contenzioso tra loro, a fine processo si spartivano, sotto la scrivania la parcella di uno dei loro assistiti. Non ho mai criticato la Pubblica Accusa nella sua forma di Popolo in azione contro l'illegalità. Forse aveva ragione il Bonfante quando per spiegare il deterioramento della civiltà e della cultura giuridica romana, sosteneva che il male non si trovava negli ordinamenti ma negli uomini. Tutto torna anzi forse tutto rimane perché all'origine della sofferenza c'è il male. Una forza viva ed operante che attraversa le cellule umane inducendo azioni e reazioni in coloro che sono predisposti biologicamente ad accogliere la sua interferenza. Questa forza produce conflitti tra le persone determinando la cosiddetta ingiustizia. Le leggi dovrebbero aiutare i cittadini comuni e coloro che svolgono pubbliche funzioni a non cadere sotto gli influssi di questa forza. Ma le leggi, se non si percepisce la loro consistenza metafisica, sono solo dei pezzi di carta macchiati d'inchiostro reale o virtuale. E nessun animale si lascia condizionare più di tanto da un pezzo di carta. Per questo dovremmo smetterla di sostenere che siamo degli animali così tanto per amore di scienza; perché a forza di dirlo stiamo dimenticando la nostra provenienza spirituale col rischio di scambiare l'incorruttibilità con quella corruzione che sempre di più qualcuno vorrebbe farci apparire come normale se non addirittura necessaria.
Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà. Allora, guardandoci, rideremo al ricordo di com'eravamo senza di essa.


LA PARLATA FURESTICA

LA PARLATA FURESTICA - Considerazioni su certe espressioni in dialetto gualdese.


- LA PARLATA FURESTICA - Considerazioni su certe espressioni in dialetto gualdese.

Ci sono parole guadesi che non somigliano a nessuna parola italiana e nemmeno straniera sia del linguaggio presente che di quello passato. Una di queste parole è il verbo "mastricciare" (Qualcuno ultimamente ha notato qualche assonanza tra questa parola ed il trattato di Maastricht e siccome sembra che in quella sede si sia appunto "mastricciato" parecchio, effettivamente l'accostamento tra i due fonemi potrebbe non apparire del tutto infondato).

Mastriccia colui che manipola qualche sostanza di consistenza plastica (per esempio della creta, della pasta per insaccati o per la preparazione di pane e focacce) con insistenza angosciante dettata da una forte libidine tattile. La forza icastica delle mani che "mastricciano" rappresenta la sostanza e la forma di questa parola. Non a caso sempre più spesso essa viene usata in circostanze di particolare intimità dal gentil sesso per calmare i bollori di corteggiatori troppo intraprendenti: ..." ..e sta fermo...ma que fae...que stae a mastriccià sotto tu lì...?!" intendendosi ovviamente per "sotto tu lì" un luogo che non può essere visitato se non con estrema delicatezza e previo espresso (o tacito) consenso della proprietaria  della stessa zona corporea.

Smucina invece, colui che cercando freneticamente qualcosa, mette a soqquadro un'ambiente, uno o più contenitori (smucinare dentro un cassetto) o un qualche luogo pulito ed ordinato.Smucinare è un poco più di rovistare ed un poco meno di devastare.

Queste  parole si apprezzano pienamente in virtù delle esclamazioni di coloro che assistono all'azione del mastricciare e dello smucinare..."...tu guarda commo sta a mastriccià tu lì..." oppure..." ..aguarda commo smucina...ma que stae a cercà...sciapacchiotto..?! In quest'esempio si pone in risalto la forte componente nevrotica dello "smucinamento" quando arriva a denotare addirittura ossessione e compulsività per la paura di non riuscire a trovare ciò che si sta cercando, prefigurando l'ipotesi verosimile d'averlo perduto. ...Perciò chi assiste all'attività smucinatoria diventa giudice (a volte inconsapevole) della progressiva perdita di ragione dello smucinatore, che non riesce a trovare quel che cerca.

Lo sciapacchiotto è invece lo sprovveduto che sforzandosi di suscitare simpatia o ammirazione viene tollerato per compassione ed appena si allontana dalla scena, attira sopra di se le critiche implacabili di coloro che rimangono a parlare uniti da un vincolo d'omogeneità e d'affinità psico fisica. Lo sciapacchiotto è il diverso, il sub normale, l'ingenuo che tutti criticano ma che proprio per questo paradossalmente diventa necessario al consolidamento dei legami del gruppo dominante. Lo sciapacchiotto è il giullare (a volte inconsapevole) che rende tutti gli altri coscienti dell'esistenza di qualcuno peggiore di loro conferendo la certezza, a chi sciapacchiotto non è, di una superiorità relativa all'interno del gruppo, per definirne i canoni di normalità.Lo sciapacchiotto diventa perciò termine di riferimento: ..."la..nun n'arfà lo sciapacchiotto"...oppure.."...sae 'ngran sciapacchiotto...e finischetela...! " (Quindi può esserci lo sciapacchiotto temporaneo, permanente, finto o autentico).

Sempre in tema di relazioni intime a volte si creano circostanze tali che impongono l'uso congiunto di tutti i termini fin qui analizzati.

Quando certi desideri si appalesano nella loro incontenibilità e dalla smania di ricerca emerge con prepotenza la volontà di assaporare velocemente ciò che si è certi di aver trovato...spesso arriva un freno inibitorio esterno che testimonia l'esistenza di una volontà diversa da quella (illusoria) di aver a che fare con un mero oggetto di piacere...perciò se non ci si comporta a dovere, una frase di questo genere può giungere improvvisa, temuta ed irresistibilmente intimatrice...: "..ma te voe sta fermo....que stae a smucinà...leva le mano...e certo...te piaceria de gi a mastriccià tu li'... e levete...sciapacchiotto...sinnò te do du boccatoni (due ceffoni)! (Se lo smucinamento dovesse aver dato dei risultati, seppur incipienti, di tipo mastricciatorio; allora alla parola sciapacchiotto si potrà aggiungere pure quella di sugido (sudicio) e brutto porco che essendo termini somiglianti a quelli italiani risultano ben comprensibili anche senza traduzione.

Importante,dunque, è aver ben presente il processo diacronico: ...prima si smucina per cercare...poi dopo aver trovato ciò che si stava cercando si mastriccia, mentre se si esagera, sia nello smucinare che nel mastricciare, si rischia di fare la figura degli sciapacchiotti (con la seria probabilità di venire malmenati).

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Il Gualdese è una lingua ( o una parlata) che esce direttamente dalla foresta

Parole incredibili  - Maledizioni impossibili - Esclamazioni esagerate - Bestemmie terribili - Verbi ibridi - Preghiere incomprensibili. Sfondoni (sfonnoni. Lo sfonnone trasforma in neologismo dialettale, spesso ibrido, una parola italiana o straniera. Famoso lo "sfonnone" di un conosciuto personaggio gualdese che dopo aver accresciuto le proprie finanze, tentando di migliorare pure il suo italiano disse ad un amico che lo stuzzicava a parlare della sua segrataria...: ..."lasseme stà nun confonnemo el sacro col soprano"...forse disse soprano al posto di profano perchè un'altrettanto noto personaggio famoso per le sue qualità di bestemmiatore, mentre; seduto a terra nel cortile di casa sua, in periferia; affilava la falce a suon di martellate ogni tanto tra un canto sacro ed un brano d'opera, buttava giù un fiume di bestemmie, (bastigne) da far rabbrividire persino i più distaccati dalla cultura religiosa in quei tempi ancora molto sentita e radicata. Tra l'altro, questo personaggio pronunciò la peggior bestemmia che il Parroco del luogo disse di aver sentito durante tutto il suo ministero religioso. Si trattava di una brusca descrizione dicotomica con cui si poneva la Divinità in un'oltraggiosissima ed irripetibile posizione di subordinazione (è obbligatorio l'eufemismo) operata o astrattamente operabile da qualche ignoto. Un buontempone del posto tentò di sdrammatizzare la terribile figura blasfema dicendo al parroco che quanto asserito dal profanatore abituale sarebbe stato attuabile ma soltanto ad opera del clero. Durante il racconto dell'aneddoto (effettuato dal Parroco al buontempone) seguì una risata liberatoria emessa da tutti i presenti che immediatamente si fecero il segno della croce per quanto rimasero spaventati da tanta demoniaca perfidia.
Che il Gualdese sia una lingua "forestica" (selvaggia) appare chiaro a tutti coloro che provenendo da località metropolitane , soggiornano per un po' in questo luogo così particolare.
Il turista d'origine mega urbana ascolta sbigottito parole come... "morgnicone (il morgnicone è la persona di cui non ci sipuò fidare perchè rognica mormorando soltanto quando è assolutamente sicuro che nessuna delle sue vittime possa sentirlo. Il verbo morgnicare infatti si compone della parte mor che origina da mormorare e dal finale gnicare  derivante da rognicare. Rognicare significa brontolare in maniera aggressiva. Celebre dalle nostre parti è l'espressione: "sente commo rognica...rognica bruttamente" . Quindi il morgnicone rognica ma in sordina reprimendo palesemente un forte dose d'aggressività che  lascia però propagare nell' underground socio politico cittadino. Quindi il morgnicone è un seminatore di zizzania, discreto , silenzioso ma terribilmente efficace che prima o poi riuscirà nel suo intento che è quello di vedere sconfitti i propri nemici. Spesso il nemico tipico del morgnicone è il "baccaione" il "baccaione"  rappresenta l'antitesi morgniconesca infatti il baccaione schiamazza, molestia,offende, deride, umilia pubblicamente ma raramente ferisce a morte. Per questo il morgnicone a volte fingendo di essergli amico in realtà se ne serve come copertura chiassosa mentre colpisce con silenziose rasoiate i suoi antagonisti. Il baccaione proprio come il cane che abbaia, raramente morde ma guai ad esagerare approfittandosi di lui perchè se dovesse decidere di morsicare lo farebbe implacabilmente e senza pentimento alcuno perchè mosso da un nobile sentimento di giustizia. Molti morgniconi, spesso diventano vittime di rappresaglie baccaglionesche, a causa della loro pesante perfidia. )  rognicare, sgurbia, scadizzare, screpulito, marraccio, fascine, stollare, perticaia, palanghino, friscolo (che non ha nulla a che vedere con i tanto reclamizzati salatini al formaggio) baccaione,rancicare, argiogne, scatorciare, calzitte, scartocciare, bastignare, sdelamare, mastricciare, smucinare, sguillare, petriola, scorpellare, (questo è un neologismo che significa scorticare in maniera non grave ma molto fastidiosa..."si nun te la finische te scorpello la schina" (la schiena...da notare la similitudine con la parola inglese skin che significa pelle ...copertura)  oppure ..." ...ho sguillato (sono scivolato) e me so scorpellato tutt'a due i ginocchie.

IL PREDELLINO EROTICO - COMICO DI UN VITELLONE UMBRO

Questo fatto dolorosissimo, e' capitato presso la piazzola di sosta vicina ad una galleria della strada che porta a Fabriano. Quello spazio non asfaltato era famoso a Gualdo e dintorni come ritrovo di soggetti dediti al turpe mercimonio sessuale. In pratica una sera accadde che, un giovanottone traboccante di salute, dopo aver svolto un paio d'ore di depravata teoria in un cinema malfamatissimo di Fabriano (soprannominato non a caso "Il Pidocchietto") decise, sulla via del ritorno di fare pure un po' di pratica con una prostituta che era in sconcissimo agguato sul ghiaioso piazzale nei pressi della galleria. Si narra che il ragazzone, preso dalla foga alimentata dai freschi ricordi  del cinema, volle possedere la meretrice "more pecorum" e per farlo inizio' a dimenarsi tra i sedili dell'auto con lo sportello aperto. La professionista riuscì  a portarlo al culmine del piacere, ma poi si ritrasse per paura di cadere dall'auto in sosta sul piazzale sassoso. Lei rimase in macchina ma lui, il "merennone" sguillo' e proprio durante l'eiaculazione scivolò dal predellino dove si era inginocchiato (per profana adorazione). Dato che le sue scarpe avevano una suola molto viscida "sguillarono" pure loro sulle pietre. Il "mirabile" protagonista cadde rovinosamente tra le "brecce" del cortile scorpellandosi i "ginocchie" con un affannoso crescendo di gemiti di dolore che rapidamente inibirono quelli del piacere. In pratica si trattò di una rappresentazione grottesca della famosa frase esortativa pre bellica di Churchill: "lacrime, sudore e sangue"...con la variante aggiuntiva dello sperma, dato che il "merennone" ammise candidamente di essersi eiaculato addosso mentre, sudato e piangente, si rotolava sul cortile con "le brecce" 'nfilzate sui 'ginocchie' grondanti di sangue. Scena di genuina e maialesca apoteosi, meritevole di una riproduzione felliniana...o almeno "brassiana")

 ... O ancora in riferimento ad una famosa festa paesana..."aesso scorpelleno el pioppo,l'aggiunteno e pu l'addrizzeno e lo 'nfilzeno giù per terra) e verbi come ..." giressimo, faressimo, magnaressimo, arcaparessimo, arcapezzaressimo (questi sono tipici verbi ibridi - condizionale e congiuntivo messi insieme. Dato che l'uso coniugato dei due tempi è tra le arti logico - grammaticali più difficili da attuare nell'uso della lingua italiana, a Gualdo, pragmaticamente si è deciso di prendere una scorciatoia, per non sbagliare. Perciò invece di dire per es: "lo faremmo se potessimo" si dice semplicemente " el faressimo" , C'è una frase del gualdese arcaico attribuibile ad un colono che interpellato dal padrone sul grado di soddisfazione della sua famiglia (rigorosamente patriarcale) sembra rispose così al  "signore" che gli domandava come fosse il cibo del suo podere..." magara ce l'essamo commo c'el magnariassemo" ( che all'incirca dovrebbe significare: " magari  potessimo disporre del cibo che vorremmo mangiare"). Non si sa se il padrone decise di cacciarlo dal terreno, oppure mosso a compassione dalla numerosissima e malnutrita prole del suo contadino decise di lasciargli una quantità superiore di raccolto. Forse fu così quando, dopo averlo esortato, "a prendere precauzioni contraccettive"..il buon colono gli rispose candidamente..." sor padrò...aguardate che io mel copro sempre coi calzitte ...però ogni tanto me ne capita qualchi d'uno bucato ..e allora ..mesà che qualchi cosa passa uguale..."...questo alla faccia dei moderni profilattici ultra resistenti, ultra sensibili, ultra sottili ed ultra...tutto insomma. Forse l'idea di usare i calzini come anticoncezionale, contribuirebbe al rilancio demografico, con un pizzico di divertimento in più.
Insulti come salciccione, merennone, marzoccone, saccoccione, borcione, borraccione,mallone, sono all'ordine del giorno, quando certe tempeste ormonali inducono dei poveri sprovveduti a "passeggiare" nervosamente sotto la finestra di una piacente pur se attempata signora.
Si deve prima di tutto spiegare chi o cosa sia il o "el merennone". Alcuni potrebbero pensare alla famosa pubblicità di "el merendero" mutuata dalla celebre canzone "el dindondero". Bene immaginate una sintesi tra merendero e dindondero con due ragazzotti inondati dal testosterone oltre che da qualche birra bevuta insieme davanti al bar.... Verso sera questi due vitelloni  iniziano a girare nervosamente intorno all'abitazione di una piacente signora di mezza età, immaginando ed alimentando reciprocamente delle fantasie intime indicibili. Ad un certo punto tra i due inizia un'inevitabile contesa per quell'oggetto del desiderio tanto idealizzato...Uno fa all'altro:"..que passigge?" (cos'hai da passeggiare?) ...l'altro risponde:" ma tu que passigge...perchè 'nt'arvae" (tu piuttosto cos'hai da passeggiare...perchè non te ne torni a casa?) Scatta perciò un battibecco nervoso dominato dalla rivalità. La lite prosegue finchè gli ormoni misti alla birra spingono i due ad aggredirsi anche fisicamente. E' proprio a questo punto, in pieno schiamazzo che si sente il rumore secco di una persiana, mentre si dischiude (taclac...) Si affaccia alla finestra lei, la donna dei loro sogni proibiti, che senza mezzi temini dice a voce sostenuta: "...ve la smettete sci o no de fa' sto rumore...merennoni !!! Sinnò ve manno a passeggià ....giù la caserma dei Carabinieri..". Alla parola Carabinieri i due "merennoni" assumono un'aria sbigottita e dopo aver lanciato un'occhiata fugace d'irreprimibile desiderio verso la femmina della loro vita (vita onanistica, dato che lei, la donna fatale, nemmeno pensa lontanamente di "accoppiarsi" con due merennoni del genere) se la danno a gambe proprio come due gatti in calore scacciati da un rumore improvviso. Dunque il merennone o la merennona rappresentano l'individuo perennemente in cerca di gratificazione orale. Il più delle volte questa gratificazione arriva appunto con il cibo. I merennoni non sono necessariamente grassi però devono essere indolenti e succubi di un pressante desiderio sessuale che puntualmente finisce nella più tetra frustazione provocando un repentino rifugio negli alimenti  e nelle bevande oltre che in altri sfoghi di tipo "manuale". I merennoni sono riconoscibili dalla camminata dondolante e dalla parlata flemmatica...Famoso, lo sfogo di una nonna vecchia maniera, verso i due nipoti (un maschio ed una femmina) appunto, merennoni inguaribili: ...aguardateli tu lì...sempre spoltracciati ( seduti o distesi in maniera molto scomposta)...sete du' gran cocemeloa (siete due grandi cuocimi le uova)...facete la vita del beato porco..magnate beete e gete de corpo...ma tu guarda que s'avria da vede'...(espressione tipica e molto ricorrente, di sbigottimento misto ad indignazione)...sti du merennune (il finale in une al posto di quello in oni serve ad accrescere il valore dispregiativo della qualificazione attributiva).

Preghiere incredibili .
Durante la recita serale del Santo Rosario si sentivano cose del genere: ..."Maria 'nte 'ncognatte" (questa frase si trova ancora sotto l'esame analitico etimologico dei più autorevoli linguisti di fama internazionale, addirittura qualcuno avrebbe scomodato degli egittologi, ma nessuno sa cosa significhi con precisione. Forse si trattava semplicemente di un'interiezione riferita ad una donna, che per lenire la secchezza delle fauci, causata dalla lunga orazione decise di andare in cucina per bere un goccio di cognac).
Ma la più terribile dal punto di vista etico glottologico rimane indubbiamente questa;..." ...'nto 'n du casse...giù la stazione..sei libbra d'ossa ...en gite a male.." che dovrebbe corrispondere all'ultima parte del Padre Nostro in latino...
et ne nos indùcas in tentatiònem,
sed lìbera nos a malo...

Imprecazioni impossibili.

E' popolarmente conosciuta la maledizione che Gesù scaglio'  all'albero di fico infruttuoso provocandone l'immediato e mortale avvizzimento. Chi non obbedisce al volere di Dio muore.

Chi vive a Gualdo Tadino conosce sicuramente la storia del Santo Patrono (il Beato Angelo) che venne maledetto dalla madre perchè privava se stesso e la sua famiglia del cibo, per darlo ai poveri affamati (che, secondo il Vangelo, sono la personificazione di Gesù). Il Beato Angelo rispose alla maledizione e sua madre per questo morì.
I veri gualdesi, fedeli al Santo ed alle sue opere si guardano bene dall'inviare imprecazioni (perchè arrieno ...e s'arbireno 'ncone) ed in particolar modo i figli (pur se rarissimamente in odore di Santità) nella maniera più assoluta non si azzardano ad imprecare contro le proprie madri. Per converso le mamme sapendo di rischiare una contro imprecazione sicuramente mortale, quando estenuate dalle marachelle dei figli, non riescono a trattenere una qualche invettiva, molto spesso dicono una frase di questo tipo: ..." ...arnentrete...do arvae...sae stato (stata) tutt'ogge 'n giro...certo che ta te el tremoto nun te ce chiappa 'nton casa...che posce....'uhhh que me fae di'...che posce murì screpulito..." Ora se doveste per pura curiosità consultare la più aggiornata enciclopedia medica non riuscireste a trovare lo "screpulimento" ossia il morbo che provoca la morte allo "screpulito". Questo semplicemente perché la malattia dello screpulimento non esiste ma deriva da un progressivo concatenamento tra azione ed inibizione vocale nel tentativo di usare e non usare più parole, che da' come risultato un'ibrido inconcepibile inattuabile e perciò impossibile da punto di vista imprecativo. Screpulito si compone di sc...(forse schioppato...ossia scoppiato...di ..cr...crepato...sempre scoppiato ma senza fragore...pul...pulmunite...ito...allinito...ntisichito...ecc..)  Però ciò che conta è che nessuno a Gualdo e dintorni è mai morto screpulito a causa di un'imprecazione pronunciata dalla propria madre e per converso nessuna madre si è mai beccata una contro imprecazione derivante dalla paura del figlio di perire per screpulimento.
Per quanto riguarda le imprecazioni classiche c'è quella storicamente più collegata alla cultura di Gualdo Tadino che anticamente fu città tradita dalla strega Bastula, la quale venne bruciata in piazza come accade ogni anno nella rievocazione storica dei Giochi de le Porte. Quindi per scherzo o seriamente il gualdese impreca con un..."posce murì abbrugiato (a)". RIsultano in forte disuso se non per ragioni ludiche imprecazioni come ...: ..."possa piatte 'na pulmunite" dato che dopo la scoperta della penicillina questo morbo non è più considerato come grave. Quindi dopo aver arricchito l'imprecazione trasformandola prima in possa piatte 'na pulmunite doppia e poi in "possa piatte 'na pulmunite cuperta (con la speranza che la non evidenza dei focolai infettivi potesse aggravare tragicamente il quadro clinico della vittima designata) la maggioranza dei soggetti imprecatori ha scelto d'inveire diversamente verso i propri antagonisti. Rimane celebre l'imprecazione multipla e totalizzante che una donna esarperata dalla condotta criminale del figlio, fregandosene della possibile reazione contro imprecativa disse al discoletto che girovagava incessantemente per il quartiere combinandone di tutti i colori...: "arnentrete...possibile che nte se fa mae ora...?! ..che te piassero tutti i male del policlinico de Perugia...
Per fortuna il bambino (ormai adulto) pur se  permanentemente agitato, gode ancora di ottima salute e soprattutto non ha mai contro imprecato verso la madre.

Degna di nota un'imprecazione che una donnina, dalla mite apparenza, confessò al parroco, d'inviare candidamente, "ta quelli che la facieno dannà"...vedè sor curato ..io nu  le manno le 'mprecazioni brutte..solo che quanno nun ne posso più, je dico che posce cresce 'n chilo al giorno"... che per gli anoressici sarebbe pure una maledizione benefica (scuate l'ossimoro) ...almeno per i primi trenta giorni...ma poi...bhe lasciamo perdere...Restano molto usate imprecazioni come:"...che te piasse 'no sbocco de sangue...e che te  se potessero secca' le mano ( o altre parti del corpo usate per limitare ingiustamente l'altrui libertà. Qui si nota un'estemporanea imitazione della Shari'a islamica mista alla legge del taglione citata nell'Antico Testamento)..". Queste maledizioni vengono scagliate prevalentemente a coloro che parlano a sproposito ( ma te voe fa i cazze tua...che te piasse no sbocco de sangue ...oppure che possa seccattese la lingua...o "la lengua") ed a quelli che hanno l'abitudine di combinare guai toccando manipolando manomettendo se non addirittura rubando, le cose altrui( che te se potessero seccà le mano...ma te voe sta fermo...oppure arpusa que la cosa che te se potessero seccà le mano...oppure...ma do l'hae messo quel coso...che te se...ecc..)...aguarda quel cane l'ha arfatta davante la porta de casa...che ie se potesse seccà 'l culo....(o con maggior volgarità ...el buco del ...Che posce murì arrabbiato)
Si deve constatare che nel linguaggio attuale, una maledizione viene utilizzata con frequenza..: "...che posce murì avvelenato (a)..."
Questo fatto trova origine e giustificazione nella cultura fortemente sommersa del ricorso alle arti magiche, effettuato dal gualdese tipico...che ama molto "sgarufare" nell'occultismo. (Sgarufare significa scavare nervosamente nel terreno. Sgarufa il cane da tartufi...sgarufa tra la terra fangosa "el porco".. sgarufa nel sottobosco el cinghiale...l'azione di chi sgarufa, ci fa pensare un po' all'artiglio Sacro di Garuda che è l'uccello mitologico gigantesco, trasportatore di Visnu, il Dio della saggia conservazione di cui parlano i Veda indiani. Tra l'altro e non a caso la maggir compagnia aerea indiana si chiama Garuda Air Line).

Malocchio fatture e stregoneria in segreto ...Messe...processioni... e cerimonie sacre in pubblico...Ecco  la bizzarra realtà della Gualdo "furestica"...

Il tentativo eretico delle "larghe intese spirituali".

Padre e figlio s'imbattono in una nota iettatrice (conosciuta in tutta la città)  "in odore" di stregoneria. Il figlio segnala con discrezione il fatto al padre, che prontamente, forte della sua predominante esperienza, lo istruisce con una frase del genere: "Tu nun te la pia'.....Quanno te la 'ncuntre, fatte el Segno de la Croce, di el Pader Nostro è pu'...  FAJE LE CORNA (esibendo vistosamente il famoso gesto apotropaico) ". Il figlio, visibilmente confortato dalla soluzione risponde: "E già,  ba' almeno j'accontentamo tutte. " Ed è in circostanze come queste che Gualdo esprime la sua essenza di profonda italianità. La ricerca del compromesso per mantenere la pace è così intensa, che a volte sfocia in qualche missione impossibile, come quella di unire il Sacro al profano.


Le punizioni corporali.
La roccia de venco
Ogni casa gualdese rispettabile aveva, un tempo, appoggiata al portone una robusta verga di frassino o di salice piangente (ed a piangere non era il salice ma colui sul quale il salice si appoggiava). Questi strumenti venivano usati durante gli inseguimenti che i genitori effettuavano verso i figli per finalità rieducative. " ...Sae argito a rubbà le cerase...dilinguente...adesso te do quattro rocciate nte le gamme (o nto la schina) almeno te la finische.." ed iniziavano delle scorribande frenetiche  e terribili che nei casi più disperati costringevano i poveri ragazzi a permanenze lunghissime fuori dalle mura domestiche (nei mesi estivi questi inseguimenti punitivi erano più frequenti a causa della maggior lunghezza delle giornate). Addirittura si narra di fatti in cui per tre quattro giorni l'inseguito stette nascosto nei boschi limitrofi e venne alimentato da amici compassionevoli che periodicamente gli portarono pagnottelle acqua ecc... per la frutta ovviamente c'erano gli stessi alberi a causa dei quali la punizione della roccia de venco veniva irrogata.
El Bastone de carpignano

Il "carpignano" rimane una pianta sconosciuta e probabilmente immaginaria. Nell'antica cultura popolare veniva invocato per infliggere durissime punizioni corporali a coloro che si macchiavano di omosessualità forte ripetuta e suscitante pubblico scandalo. Dobbiamo specificare che la cultura gualdese più tradizionale non conosce parole come "gay, omo etero bisex trans lesbo ...ecc.." Per il gualdese arcaico al massimo esiste "el frogio" (con la g e perciò,nemmeno frocio) ed al massimo "el recchione" che vano tenuti alla larga appunto col bastone de capignano. Oserei dire che l'epiteto "frogio" per il gualdese antico non costituisce nemmeno qualificazione dispregiativa ma semplicemente carattere distintivo per aver chiaro "chi fa certe cose... e chi fa quell'altre cose"...in più tra coloro che "fonno quell'alre cose" il gualdese antico si preoccupa di sapere ...chi è che statia sotto e chi sopra"...Il gualdese ricordiamolo, è etnicamente "furestico" e perciò virile. Quindi anche in determnate ed "anomale" circostanze sessuali, vuole distinguere colui che svolge un ruolo attivo da colui che invece è succube e perciò "frogio" perché per il gualdese antico è "frogio" soltanto colui che svolge il ruolo sessuale passivo. L'omosessualità femminile viene scarsamente considerata addirittura di una donna omosessuale non si dice che "è lesbica" ma ..."..dice che va con quell'altre donne"... Comunque rimane forte la consapevolezza che nell'atto omosessuale anche chi svolge il ruolo attivo non e' poi che sia così puro...semmai e' il dominante ...il forte...il sottomettitore e perciò colui che va temuto, sopportato e non contraddetto...ma, seppur in sordina, di sicuro, non rispettato più di chi vive l'atto con piacere passivo. C'è in proposito un aneddoto: " durante un rapporto omosessuale il soggetto attivo aveva l'abitudine di morsicare le orecchie al soggetto passivo, che ovviamente si lamentava di un simile sopruso dicendo al partner...aoh..ma te la voe smette...el sae che c'hae 'n viziaccio...?! Prontamente il soggetto attivo rispondeva...: e certo ...sarà bello el tua de vizio...ma finischetela va...! Questo per dire che a Gualdo o almeno nella gualdo tradizionalista l'omosessualità veniva ed in alcuni casi ancor oggi viene vissuta con prudenza, clandestinità e perciò con ipocrisia. La paura che genera questo comportamento è ovviamente quella di essere derisi insultati ed emarginati...Gualdo trabocca di aneddoti finti e veri se non addirittura di leggende metropolitane dove due o più "frogi" (con tanto di nomi e cognomi) sono stati visti " a fa certe cose" e di altri che sorpresi dal fenomeno del pene captivus..." l'honno portati via co l'ambulanza, arrotolati dentro na cuperta" come di altri "frogi" solitari...ricoverati con utensili di varia e bizzarra natura "nfurtiti" dentro l'apolla rettale. Insomma la cultura furestica percepiva in passato e forse ancor oggi (almeno in parte) sente  l'omosessualità, come una pratica innaturale e perciò pericolosa per la vita del bosco . Nel sottobosco, quindi, aleggiano chiacchiere e maldicenze, che come tagliole hanno la subdola finalità di neutralizzare chi vuole o vorrebbe vivere in un altro modo, per esempio sposando una persona dello stesso sesso con una cerimonia celebrata in uno stato estero...."  aohh el sapete...quei due senno sposati in Inghilterra...ma allora è vero ch'enno frogi...e giù con peripezie immaginarie grottescamente descrittive dei due poveretti (o delle due poverette) che quasi sicuramente torneranno a casa con fastidiosi ronzii auricolari dovuti agli assalti "furestichi" della maldicenza locale.
Un gualdese DOC (e pure DOP dato che la denominazione d'origine oltre che controllata è pure protetta) mentre sta bevendo "'n goccio de vino" in una tipica osteria, segue distrattamente il notiziario alla televisione...si parla della recente scomparsa di un famoso personaggio della canzone italiana. Questo personaggio, notoriamente omosessuale, non avendo lasciato alcuna manifestazione di volontà testamentaria in favore del suo convivente (che il gualdese DOC -DOP sarcasticamente definisce "la vedova del frogio") ha in pratica devoluto decine di milioni di euro ai suoi, pur se lontani, parenti. E qui arriva la stoccata "furestica" del gualdese DOP-DOC..." Aguarda sto frogio...ta quell'altro se la 'nculato tutta la vita e pu nu 'gna lassato manco 'n soldo...certo però che la 'nculata più grossa ie l'ha data da morto miga da vivo..." ...e giù ..una bella bevutella (beutella) di vino....

Presso un distributore di carburante lungo la statale Flaminia, tra Gualdo e Nocera Umbra.

Si fermò  un giorno un cliente tedesco per chiedere un'informazione.
Rivolgendosi al gruppo di persone sedute fuori dal bar del distributore disse con accento inconfondibile : " Scusate...Sig...nori...tofe essere strada per Cattolica...Rikkione?.." Prontamente si avvicinò un simpatico personaggio, frequentatore abituale del bar, che, gesticolando vistosamente, rispose così  al turista: "Allora... gete su per tu line, doppo voltate pe Ancona...arriato prima d'Ancona...piate l'autostrada e gete sempre dansune...doppo un'oretta c'è  Cattolica e pu anche Rikkione. . . " Voltandosi verso il capannello di amici aggiunse ridacchiando... : " Nve la piate che su per di lì  de rikkione ce n'enno quante ve ne pare"...Il tedesco disse : " Crazie sig...nore...arrifeterci"...e se ne ando' con uno sguardo intriso di serenita mista a disorientamento....mentre il gruppo di amici del bar passarono alcuni minuti ridendo sul gradevole quivoco verbale. 


El gastigo a la scola.
A scuola venivano usati metodi molto più civili ma dato che il telefono azzurro non esisteva anzi non c'era neppure il telefono i maestri e le maestre quando trovavano allievi particolarmente refrattari all'acquisizione delle nozioni li mettevano semplicemente in castigo  dietro alla lavagna "co le brecce o col cece sotto i ginocchie " per non parlare delle bacchettate sulle dita e dei "boccatoni"...hai scritto ongni (con la n davanti alla g) razza di somaro ...schiaff schiaf... e giù dietro la lavagna...
Questi metodi così "compassionevoli" ispirati dai più evoluti trattati di pedagogia, servirono comunque ad evitare certi fattacci che oggi fanno piangere e disperare sul serio migliaia di famiglie. Tanto che a Gualdo quando si parla di scuola la frase più ricorrente è questa:...c'arvurria la scola de 'na volta...vedrae che 'nquel modo la dilinguenza nu scappa fora..."
Chissà? ...Non voglio esprimere giudizi, però...forse...
Chi fio sae? Ossia ...Come puoi essere individuato etnicamente?
Recentemente mi è capitato di assistere a questa conversazione: Quella chi fia è? Risposta: quella saria ...la sorella del marito de la sorella, de la moje, del fratello de quello che laora giun quel negozio di sotto le fabbriche. (Richiesta ulteriore di chiarimento) ; do...sotto ...Rigali?...Risposta epesegetica fulminea: no...no sotto la Vaccara... Commento rassicurante del primo interlocutore :...a mbhe..me paria... (cioè gli sembrava che ci potesse essere un'altra persona con quell'intrigo parental commerciale pure dall'altra parte (come negli universi paralleli di Fringe)

El Piccasorce, i piccasurce e l'istinto "furestico".
Il piccasorce o pungi topo sarebbe la pianta del "rusco" conosciuta da secoli per le sue proprietà benefiche sulla circolazione del sangue e sui tessuti venosi, tanto da poter essere attualmente trovata in ogni erboristeria. L'uso del piccasorce era comunque destinato non soltanto a finalità alimentari e curative ma anche, appunto, veniva utilizzato per difendere le case ed i granai dalle invasioni dei ratti. Per questo motivo si trovavano mazzi di pungitopo vicino a certi pertugi reputati come vie d'accesso clandestine per i graziosi roditori che appena sentivano gli aghi del pungi topo sul loro delicato musetto cambiavano strada. I piccasorci (o piccasurce, nella versione ulteriormente involgarita) erano un valido ausilio per la pulizia dei camini, delle canne fumarie e dei tubi delle stufe, quando con l'arrivo della primavera qualcuno in casa pronunciava la frase fatidica:..." ...Me sa che la stufa e 'l camino n' s'accenneno più..toccaria da 'narpulita tai tube...gemo a coie quattro piccasurce va...".. E ci s'inoltrava nella foresta durante una tiepida giornata di maggio, dopo giorni e giorni di reclusione invernale. L'ambiente già profumato di vita nuova ci suggeriva che "i piccasurce" erano soltanto una candida scusa per fare una bella esplorazione del territorio "furestico" (forestico è ciò che sta fore ovvero corrisponde a quello che rimane esterno al perimetro murario cittadino, reale o ideale, considerato come zona incivilita) magari contribuendo al processo di perpetuazione biotopica e biologica. Quindi l'espressione:"gemo fora" significa proprio nell'inconscio collettivo ...andiamo nella foresta a ricongiungerci col nostro vero se di animali di montagna...Così proprio accadde per due fidanzatini che inviati dalle rispettive famiglie nel bosco a cercare "i piccasurce"...incontrandosi per caso tra gli alberi odorosi di muschio, iniziarono a parlare di pulizia di tubi canne fumarie,incrostazioni e fuligine finchè non si resero conto del reciproco e "furestico" sussulto ormonale che li spingeva alla verifica esplorativa ed alla simbolica pulizia di ben altre cavità, corporalmente appetibili. Inizò così un'amplesso "furestico" con tanto di "rancicune" ed arvulticamento giun terra...in questo rotolarsi i due dimenticarono il vero motivo della permanenza in quel bosco finché la ragazza sentendo una puntura lancinante al fondoschiena urlò a squarciagola contraendo tutti i muscoli del corpo...Il maschio disse: "ma que c'è...qu'hae fatto?" e lei.."nun n'el so ...me so piccata con qualchi cosa..." e lui guardando alla meglio nei paraggi del conglomerato bicorporale ancora seminudo ed avvinghiato..."ferma ferma ..nun te moe...semo giti dentro 'na fratta de piccasurce"... e ci sarebbe stato da ridere se provando a staccarsi non si fossero accorti di non riuscire a farlo perché la paura ed il dolore avevano prodotto la contrazione della muscolatura vaginale della ragazza determinando il cosiddetto fenomeno del "pene captivus" (o pene imprigionato) ...Disse lui sgomento:..."ma fatto mappa" (mi è rimasto incastrato a causa di un rigonfiamento sommitale dovuto alla strozzatura vaginale) e lei terrorizzata:... e mo commo facemo tu qui nun c'artroa niciuno e fra mpo se fa notte... si capita qualchi annimale ce se po' anche magnà" . Per paura e disperazione iniziarono a dimenarsi tra la fratta dei piccasorci che risolse il problema, dopo averlo provocato. Urlarono forte tra la foresta per le punture di pungitopo e le reazioni endocrine fecero il resto..si staccarono e dopo essersi rivestiti in fretta raccolsero dei bei mazzetti di rusco, correndo verso le rispettive dimore a causa dell'ora ormai tarda. Si sentirono le urla dei genitori preoccupati ma le bacche rosse dei piccasorci testimoniarono l'espletamento del compito affidato ai due ragazzini, che oggi sono sposati felicemente e consigliano ai propri figli di comperare il rusco in erboristeria perché quello "furestico putria esse pericoloso"...
A proposito sembra che un buon minestrone fatto con bacche e foglie di rusco sia veramente ricchissimo di vitamina c.
Sicuramente tutti voi avrete assistito almeno una volta alla penosissima scena del pene captivus tra due cani randagi. Gli "esperti" consigliano in questi casi due tecniche molto efficaci per staccare gli sfortunati animali: la prima consiste nel tirare uno o due secchi (sicchie) d'acqua sopra le bestiole; la seconda tecnica richiederebbe l'uso di un bastone con cui percuotere i due poveri cani per finalità adrenergiche.

Ovviamente tutti e due i sistemi sono esecrabili, però non dimenticatevene mai quando e se doveste andare nel bosco con il vostro partner a cercare i "piccasurce"...dato che qualche scellerato un po' all'antica potrebbe sempre passare nei paraggi del "rugacceto" (siepe costituita da vegetali molto pungenti ed a concrezione intricatatissima).

Il compito in classe dall'alluvione al figliol prodigo (qualche decennio fa)
Descrivete l'alluvione che ha colpito una parte del nostro amato paese.
Svolgimento di un alunno (abitante nei paraggi di Gualdo Tadino) molto essenziale nel parlare e nell'agire:..."..E'arriata la pinaia...cesi...besti...via tutti..." (E' arrivata l'alluvione che ha portato via case,animali e tutto quanto)
Parlate della parabola del figliol prodigo
Svolgimento compiuto da una ragazzina (sempre di Gualdo Tadino e dintorni):..."El fio era gito via de casa, ma dopo che s'era consumato tutti i soldi co le puttane e che se muria de fame, che rubbaa la ghianne tal porco per magnassela per lue e che l'aia cacciato via anche el padrone di maiali, che iaia rubbato la ghianne, allora s'ergito a casa. El padre che l'ha visto arrià da lontano, s' è messo a uccà forte da la contentezza e pu ha ditto ta quije de casa: "ammazzate 'na vacca bella grassa e metteteie i calzitte" (e qui, non apparve al maestro elementare e non appare a noi, chiarissimo, perché ad una  povera vacca assassinata si dovrebbero mettere pure dei calzini; rendendola somigliante al bovino raffigurato nella  Guernica di Picasso, ibridato da bizzarri tratti d'atemporalità dello stile di Salvador Dalì con l'abbondanza delle forme di Botero.) Comunque si rimane confortati leggendo la conclusione del tema fin qui mirabilmente svolto con potenza icastica insuperabile..." però ta quell'altro fio nun è che je gia tanto bene, perché ta lue nu je facieno fa manco merenna co 'i amici".

Espressioni icastiche
"...mpunta' l'ogna..." impuntare le unghie. Mostrare forte riluttanza nell'accogliere una proposta, nel prendere una decisione o comunque nel farsi convincere da altri su determinate ed indefettibili scelte non più rinviabili.
"....aguarda commo 'mpunta l'ogna...certo che nu gne ne va pe gnente de gi to la giune..."

Straginare... (continua)

Dal sogno erotico alla visione eretica (continua.....)

L'attendente della regina. La vestizione serale....(continua)

Gualdese ...parlata furestica....