sabato 28 settembre 2013

BASTA CON LA STRAGE DEGLI ELEFANTI  !   DOBBIAMO FERMARE IL MASSACRO DI QUESTE MERAVIGLIOSE CREATURE.


mercoledì 25 settembre 2013


LEZIONI D'IMPRENDITORIA O ALLEVAMENTO DI PESCECANI ?
Si sente in giro di gente che vorrebbe insegnare il mestiere d'imprenditore. Questi soggetti forse non sanno che per fare qualunque mestiere nel nostro paese, serve prima di tutto rispettare la Costituzione e le Leggi della Repubblica Italiana. Grazie al Cielo (quello vero).

martedì 24 settembre 2013

E'  MOLTO DELUDENTE VEDERE L'INTELLIGENZA AL SERVIZIO DELLA STUPIDITÀ

In generale gli ignoranti comprendono le cose con circa 20 anni di ritardo. Questo periodo corrisponde ad una generazione. Quando degli ignoranti ostacolano esigenze urgenti di giustizia lo fanno per questioni di territorialità e di protezione viscerale delle loro famiglie. Tutto ciò produce sofferenza verso degli innocenti elevati in coscienza. Le azioni negative degli ignoranti daranno reazioni su loro stessi e sulle loro discendenze. L'ignoranza è forse la peggiore afflizione dell'umanità. Essa è come un grosso freno le cui ganasce intrappolano le popolazioni che naturalmente si muovono verso l'evoluzione cosmica.


INTERFERENZA

Se una persona sporca tocca una persona pulita, la sporcherà e potrà dire in giro che quella persona era sporca ancor prima di averla toccata.
Così a forza di mettere in discussione la rettitudine di una persona onesta si finirà per rovinarne la reputazione.
Ma la sporcizia che un disonesto vede, o vuol far vedere ad altri nell'onesto, in realtà corrisponde alla proiezione della sua disonestà.
Se si guarda il mondo con occhiali sporchi, anche ciò che è puro apparirà impuro e se la maggior parte di coloro che osservano, indossano occhiali sporchi, allora la loro visione del mondo risulterà imperfetta e quelli che ci vedono bene saranno considerati ciechi, pazzi e corruttori.
Ancor più grave sarebbe l'operato di coloro che volutamente inforcassero degli occhiali sporchi, proprio per il piacere di vedere lo sporco anche là dove è il pulito, per riferire ad altri ciò che vedono, traendone un'illecito guadagno.

EVVIVA LA GIUSTIZIA, CHE UN BEL GIORNO SI AFFERMERÀ.

Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà.

Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà.
Per circa 25 anni ho protestato a causa della scarsa professionalità che si rinveniva in certi ambienti. Contro certe cause e certi processi che sembravano fatti per forza e per interesse (non di giustizia). Ho protestato contro le chiusure preconcette dell'ordine professionale forense e contro il conflitto d'interesse tra giurisdizione dei non togati e professione avvocatizia. Ho protestato scrivendo montagne di comunicati, reclami denunce e quanto altro di documentale poteva essere prodotto. Non ho mai protestato contro la Giurisdizione nel senso puro del termine ma contro le sue forme degenerative, sperimentabili per es. quando due avvocati in formale contenzioso tra loro, a fine processo si spartivano, sotto la scrivania la parcella di uno dei loro assistiti. Non ho mai criticato la Pubblica Accusa nella sua forma di Popolo in azione contro l'illegalità. Forse aveva ragione il Bonfante quando per spiegare il deterioramento della civiltà e della cultura giuridica romana, sosteneva che il male non si trovava negli ordinamenti ma negli uomini. Tutto torna anzi forse tutto rimane perché all'origine della sofferenza c'è il male. Una forza viva ed operante che attraversa le cellule umane inducendo azioni e reazioni in coloro che sono predisposti biologicamente ad accogliere la sua interferenza. Questa forza produce conflitti tra le persone determinando la cosiddetta ingiustizia. Le leggi dovrebbero aiutare i cittadini comuni e coloro che svolgono pubbliche funzioni a non cadere sotto gli influssi di questa forza. Ma le leggi, se non si percepisce la loro consistenza metafisica, sono solo dei pezzi di carta macchiati d'inchiostro reale o virtuale. E nessun animale si lascia condizionare più di tanto da un pezzo di carta. Per questo dovremmo smetterla di sostenere che siamo degli animali così tanto per amore di scienza; perché a forza di dirlo stiamo dimenticando la nostra provenienza spirituale col rischio di scambiare l'incorruttibilità con quella corruzione che sempre di più qualcuno vorrebbe farci apparire come normale se non addirittura necessaria.
Evviva la Giustizia, che un bel giorno si affermerà. Allora, guardandoci, rideremo al ricordo di com'eravamo senza di essa.


LA PARLATA FURESTICA

LA PARLATA FURESTICA - Considerazioni su certe espressioni in dialetto gualdese.


- LA PARLATA FURESTICA - Considerazioni su certe espressioni in dialetto gualdese.

Ci sono parole guadesi che non somigliano a nessuna parola italiana e nemmeno straniera sia del linguaggio presente che di quello passato. Una di queste parole è il verbo "mastricciare" (Qualcuno ultimamente ha notato qualche assonanza tra questa parola ed il trattato di Maastricht e siccome sembra che in quella sede si sia appunto "mastricciato" parecchio, effettivamente l'accostamento tra i due fonemi potrebbe non apparire del tutto infondato).

Mastriccia colui che manipola qualche sostanza di consistenza plastica (per esempio della creta, della pasta per insaccati o per la preparazione di pane e focacce) con insistenza angosciante dettata da una forte libidine tattile. La forza icastica delle mani che "mastricciano" rappresenta la sostanza e la forma di questa parola. Non a caso sempre più spesso essa viene usata in circostanze di particolare intimità dal gentil sesso per calmare i bollori di corteggiatori troppo intraprendenti: ..." ..e sta fermo...ma que fae...que stae a mastriccià sotto tu lì...?!" intendendosi ovviamente per "sotto tu lì" un luogo che non può essere visitato se non con estrema delicatezza e previo espresso (o tacito) consenso della proprietaria  della stessa zona corporea.

Smucina invece, colui che cercando freneticamente qualcosa, mette a soqquadro un'ambiente, uno o più contenitori (smucinare dentro un cassetto) o un qualche luogo pulito ed ordinato.Smucinare è un poco più di rovistare ed un poco meno di devastare.

Queste  parole si apprezzano pienamente in virtù delle esclamazioni di coloro che assistono all'azione del mastricciare e dello smucinare..."...tu guarda commo sta a mastriccià tu lì..." oppure..." ..aguarda commo smucina...ma que stae a cercà...sciapacchiotto..?! In quest'esempio si pone in risalto la forte componente nevrotica dello "smucinamento" quando arriva a denotare addirittura ossessione e compulsività per la paura di non riuscire a trovare ciò che si sta cercando, prefigurando l'ipotesi verosimile d'averlo perduto. ...Perciò chi assiste all'attività smucinatoria diventa giudice (a volte inconsapevole) della progressiva perdita di ragione dello smucinatore, che non riesce a trovare quel che cerca.

Lo sciapacchiotto è invece lo sprovveduto che sforzandosi di suscitare simpatia o ammirazione viene tollerato per compassione ed appena si allontana dalla scena, attira sopra di se le critiche implacabili di coloro che rimangono a parlare uniti da un vincolo d'omogeneità e d'affinità psico fisica. Lo sciapacchiotto è il diverso, il sub normale, l'ingenuo che tutti criticano ma che proprio per questo paradossalmente diventa necessario al consolidamento dei legami del gruppo dominante. Lo sciapacchiotto è il giullare (a volte inconsapevole) che rende tutti gli altri coscienti dell'esistenza di qualcuno peggiore di loro conferendo la certezza, a chi sciapacchiotto non è, di una superiorità relativa all'interno del gruppo, per definirne i canoni di normalità.Lo sciapacchiotto diventa perciò termine di riferimento: ..."la..nun n'arfà lo sciapacchiotto"...oppure.."...sae 'ngran sciapacchiotto...e finischetela...! " (Quindi può esserci lo sciapacchiotto temporaneo, permanente, finto o autentico).

Sempre in tema di relazioni intime a volte si creano circostanze tali che impongono l'uso congiunto di tutti i termini fin qui analizzati.

Quando certi desideri si appalesano nella loro incontenibilità e dalla smania di ricerca emerge con prepotenza la volontà di assaporare velocemente ciò che si è certi di aver trovato...spesso arriva un freno inibitorio esterno che testimonia l'esistenza di una volontà diversa da quella (illusoria) di aver a che fare con un mero oggetto di piacere...perciò se non ci si comporta a dovere, una frase di questo genere può giungere improvvisa, temuta ed irresistibilmente intimatrice...: "..ma te voe sta fermo....que stae a smucinà...leva le mano...e certo...te piaceria de gi a mastriccià tu li'... e levete...sciapacchiotto...sinnò te do du boccatoni (due ceffoni)! (Se lo smucinamento dovesse aver dato dei risultati, seppur incipienti, di tipo mastricciatorio; allora alla parola sciapacchiotto si potrà aggiungere pure quella di sugido (sudicio) e brutto porco che essendo termini somiglianti a quelli italiani risultano ben comprensibili anche senza traduzione.

Importante,dunque, è aver ben presente il processo diacronico: ...prima si smucina per cercare...poi dopo aver trovato ciò che si stava cercando si mastriccia, mentre se si esagera, sia nello smucinare che nel mastricciare, si rischia di fare la figura degli sciapacchiotti (con la seria probabilità di venire malmenati).

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Il Gualdese è una lingua ( o una parlata) che esce direttamente dalla foresta

Parole incredibili  - Maledizioni impossibili - Esclamazioni esagerate - Bestemmie terribili - Verbi ibridi - Preghiere incomprensibili. Sfondoni (sfonnoni. Lo sfonnone trasforma in neologismo dialettale, spesso ibrido, una parola italiana o straniera. Famoso lo "sfonnone" di un conosciuto personaggio gualdese che dopo aver accresciuto le proprie finanze, tentando di migliorare pure il suo italiano disse ad un amico che lo stuzzicava a parlare della sua segrataria...: ..."lasseme stà nun confonnemo el sacro col soprano"...forse disse soprano al posto di profano perchè un'altrettanto noto personaggio famoso per le sue qualità di bestemmiatore, mentre; seduto a terra nel cortile di casa sua, in periferia; affilava la falce a suon di martellate ogni tanto tra un canto sacro ed un brano d'opera, buttava giù un fiume di bestemmie, (bastigne) da far rabbrividire persino i più distaccati dalla cultura religiosa in quei tempi ancora molto sentita e radicata. Tra l'altro, questo personaggio pronunciò la peggior bestemmia che il Parroco del luogo disse di aver sentito durante tutto il suo ministero religioso. Si trattava di una brusca descrizione dicotomica con cui si poneva la Divinità in un'oltraggiosissima ed irripetibile posizione di subordinazione (è obbligatorio l'eufemismo) operata o astrattamente operabile da qualche ignoto. Un buontempone del posto tentò di sdrammatizzare la terribile figura blasfema dicendo al parroco che quanto asserito dal profanatore abituale sarebbe stato attuabile ma soltanto ad opera del clero. Durante il racconto dell'aneddoto (effettuato dal Parroco al buontempone) seguì una risata liberatoria emessa da tutti i presenti che immediatamente si fecero il segno della croce per quanto rimasero spaventati da tanta demoniaca perfidia.
Che il Gualdese sia una lingua "forestica" (selvaggia) appare chiaro a tutti coloro che provenendo da località metropolitane , soggiornano per un po' in questo luogo così particolare.
Il turista d'origine mega urbana ascolta sbigottito parole come... "morgnicone (il morgnicone è la persona di cui non ci sipuò fidare perchè rognica mormorando soltanto quando è assolutamente sicuro che nessuna delle sue vittime possa sentirlo. Il verbo morgnicare infatti si compone della parte mor che origina da mormorare e dal finale gnicare  derivante da rognicare. Rognicare significa brontolare in maniera aggressiva. Celebre dalle nostre parti è l'espressione: "sente commo rognica...rognica bruttamente" . Quindi il morgnicone rognica ma in sordina reprimendo palesemente un forte dose d'aggressività che  lascia però propagare nell' underground socio politico cittadino. Quindi il morgnicone è un seminatore di zizzania, discreto , silenzioso ma terribilmente efficace che prima o poi riuscirà nel suo intento che è quello di vedere sconfitti i propri nemici. Spesso il nemico tipico del morgnicone è il "baccaione" il "baccaione"  rappresenta l'antitesi morgniconesca infatti il baccaione schiamazza, molestia,offende, deride, umilia pubblicamente ma raramente ferisce a morte. Per questo il morgnicone a volte fingendo di essergli amico in realtà se ne serve come copertura chiassosa mentre colpisce con silenziose rasoiate i suoi antagonisti. Il baccaione proprio come il cane che abbaia, raramente morde ma guai ad esagerare approfittandosi di lui perchè se dovesse decidere di morsicare lo farebbe implacabilmente e senza pentimento alcuno perchè mosso da un nobile sentimento di giustizia. Molti morgniconi, spesso diventano vittime di rappresaglie baccaglionesche, a causa della loro pesante perfidia. )  rognicare, sgurbia, scadizzare, screpulito, marraccio, fascine, stollare, perticaia, palanghino, friscolo (che non ha nulla a che vedere con i tanto reclamizzati salatini al formaggio) baccaione,rancicare, argiogne, scatorciare, calzitte, scartocciare, bastignare, sdelamare, mastricciare, smucinare, sguillare, petriola, scorpellare, (questo è un neologismo che significa scorticare in maniera non grave ma molto fastidiosa..."si nun te la finische te scorpello la schina" (la schiena...da notare la similitudine con la parola inglese skin che significa pelle ...copertura)  oppure ..." ...ho sguillato (sono scivolato) e me so scorpellato tutt'a due i ginocchie.

IL PREDELLINO EROTICO - COMICO DI UN VITELLONE UMBRO

Questo fatto dolorosissimo, e' capitato presso la piazzola di sosta vicina ad una galleria della strada che porta a Fabriano. Quello spazio non asfaltato era famoso a Gualdo e dintorni come ritrovo di soggetti dediti al turpe mercimonio sessuale. In pratica una sera accadde che, un giovanottone traboccante di salute, dopo aver svolto un paio d'ore di depravata teoria in un cinema malfamatissimo di Fabriano (soprannominato non a caso "Il Pidocchietto") decise, sulla via del ritorno di fare pure un po' di pratica con una prostituta che era in sconcissimo agguato sul ghiaioso piazzale nei pressi della galleria. Si narra che il ragazzone, preso dalla foga alimentata dai freschi ricordi  del cinema, volle possedere la meretrice "more pecorum" e per farlo inizio' a dimenarsi tra i sedili dell'auto con lo sportello aperto. La professionista riuscì  a portarlo al culmine del piacere, ma poi si ritrasse per paura di cadere dall'auto in sosta sul piazzale sassoso. Lei rimase in macchina ma lui, il "merennone" sguillo' e proprio durante l'eiaculazione scivolò dal predellino dove si era inginocchiato (per profana adorazione). Dato che le sue scarpe avevano una suola molto viscida "sguillarono" pure loro sulle pietre. Il "mirabile" protagonista cadde rovinosamente tra le "brecce" del cortile scorpellandosi i "ginocchie" con un affannoso crescendo di gemiti di dolore che rapidamente inibirono quelli del piacere. In pratica si trattò di una rappresentazione grottesca della famosa frase esortativa pre bellica di Churchill: "lacrime, sudore e sangue"...con la variante aggiuntiva dello sperma, dato che il "merennone" ammise candidamente di essersi eiaculato addosso mentre, sudato e piangente, si rotolava sul cortile con "le brecce" 'nfilzate sui 'ginocchie' grondanti di sangue. Scena di genuina e maialesca apoteosi, meritevole di una riproduzione felliniana...o almeno "brassiana")

 ... O ancora in riferimento ad una famosa festa paesana..."aesso scorpelleno el pioppo,l'aggiunteno e pu l'addrizzeno e lo 'nfilzeno giù per terra) e verbi come ..." giressimo, faressimo, magnaressimo, arcaparessimo, arcapezzaressimo (questi sono tipici verbi ibridi - condizionale e congiuntivo messi insieme. Dato che l'uso coniugato dei due tempi è tra le arti logico - grammaticali più difficili da attuare nell'uso della lingua italiana, a Gualdo, pragmaticamente si è deciso di prendere una scorciatoia, per non sbagliare. Perciò invece di dire per es: "lo faremmo se potessimo" si dice semplicemente " el faressimo" , C'è una frase del gualdese arcaico attribuibile ad un colono che interpellato dal padrone sul grado di soddisfazione della sua famiglia (rigorosamente patriarcale) sembra rispose così al  "signore" che gli domandava come fosse il cibo del suo podere..." magara ce l'essamo commo c'el magnariassemo" ( che all'incirca dovrebbe significare: " magari  potessimo disporre del cibo che vorremmo mangiare"). Non si sa se il padrone decise di cacciarlo dal terreno, oppure mosso a compassione dalla numerosissima e malnutrita prole del suo contadino decise di lasciargli una quantità superiore di raccolto. Forse fu così quando, dopo averlo esortato, "a prendere precauzioni contraccettive"..il buon colono gli rispose candidamente..." sor padrò...aguardate che io mel copro sempre coi calzitte ...però ogni tanto me ne capita qualchi d'uno bucato ..e allora ..mesà che qualchi cosa passa uguale..."...questo alla faccia dei moderni profilattici ultra resistenti, ultra sensibili, ultra sottili ed ultra...tutto insomma. Forse l'idea di usare i calzini come anticoncezionale, contribuirebbe al rilancio demografico, con un pizzico di divertimento in più.
Insulti come salciccione, merennone, marzoccone, saccoccione, borcione, borraccione,mallone, sono all'ordine del giorno, quando certe tempeste ormonali inducono dei poveri sprovveduti a "passeggiare" nervosamente sotto la finestra di una piacente pur se attempata signora.
Si deve prima di tutto spiegare chi o cosa sia il o "el merennone". Alcuni potrebbero pensare alla famosa pubblicità di "el merendero" mutuata dalla celebre canzone "el dindondero". Bene immaginate una sintesi tra merendero e dindondero con due ragazzotti inondati dal testosterone oltre che da qualche birra bevuta insieme davanti al bar.... Verso sera questi due vitelloni  iniziano a girare nervosamente intorno all'abitazione di una piacente signora di mezza età, immaginando ed alimentando reciprocamente delle fantasie intime indicibili. Ad un certo punto tra i due inizia un'inevitabile contesa per quell'oggetto del desiderio tanto idealizzato...Uno fa all'altro:"..que passigge?" (cos'hai da passeggiare?) ...l'altro risponde:" ma tu que passigge...perchè 'nt'arvae" (tu piuttosto cos'hai da passeggiare...perchè non te ne torni a casa?) Scatta perciò un battibecco nervoso dominato dalla rivalità. La lite prosegue finchè gli ormoni misti alla birra spingono i due ad aggredirsi anche fisicamente. E' proprio a questo punto, in pieno schiamazzo che si sente il rumore secco di una persiana, mentre si dischiude (taclac...) Si affaccia alla finestra lei, la donna dei loro sogni proibiti, che senza mezzi temini dice a voce sostenuta: "...ve la smettete sci o no de fa' sto rumore...merennoni !!! Sinnò ve manno a passeggià ....giù la caserma dei Carabinieri..". Alla parola Carabinieri i due "merennoni" assumono un'aria sbigottita e dopo aver lanciato un'occhiata fugace d'irreprimibile desiderio verso la femmina della loro vita (vita onanistica, dato che lei, la donna fatale, nemmeno pensa lontanamente di "accoppiarsi" con due merennoni del genere) se la danno a gambe proprio come due gatti in calore scacciati da un rumore improvviso. Dunque il merennone o la merennona rappresentano l'individuo perennemente in cerca di gratificazione orale. Il più delle volte questa gratificazione arriva appunto con il cibo. I merennoni non sono necessariamente grassi però devono essere indolenti e succubi di un pressante desiderio sessuale che puntualmente finisce nella più tetra frustazione provocando un repentino rifugio negli alimenti  e nelle bevande oltre che in altri sfoghi di tipo "manuale". I merennoni sono riconoscibili dalla camminata dondolante e dalla parlata flemmatica...Famoso, lo sfogo di una nonna vecchia maniera, verso i due nipoti (un maschio ed una femmina) appunto, merennoni inguaribili: ...aguardateli tu lì...sempre spoltracciati ( seduti o distesi in maniera molto scomposta)...sete du' gran cocemeloa (siete due grandi cuocimi le uova)...facete la vita del beato porco..magnate beete e gete de corpo...ma tu guarda que s'avria da vede'...(espressione tipica e molto ricorrente, di sbigottimento misto ad indignazione)...sti du merennune (il finale in une al posto di quello in oni serve ad accrescere il valore dispregiativo della qualificazione attributiva).

Preghiere incredibili .
Durante la recita serale del Santo Rosario si sentivano cose del genere: ..."Maria 'nte 'ncognatte" (questa frase si trova ancora sotto l'esame analitico etimologico dei più autorevoli linguisti di fama internazionale, addirittura qualcuno avrebbe scomodato degli egittologi, ma nessuno sa cosa significhi con precisione. Forse si trattava semplicemente di un'interiezione riferita ad una donna, che per lenire la secchezza delle fauci, causata dalla lunga orazione decise di andare in cucina per bere un goccio di cognac).
Ma la più terribile dal punto di vista etico glottologico rimane indubbiamente questa;..." ...'nto 'n du casse...giù la stazione..sei libbra d'ossa ...en gite a male.." che dovrebbe corrispondere all'ultima parte del Padre Nostro in latino...
et ne nos indùcas in tentatiònem,
sed lìbera nos a malo...

Imprecazioni impossibili.

E' popolarmente conosciuta la maledizione che Gesù scaglio'  all'albero di fico infruttuoso provocandone l'immediato e mortale avvizzimento. Chi non obbedisce al volere di Dio muore.

Chi vive a Gualdo Tadino conosce sicuramente la storia del Santo Patrono (il Beato Angelo) che venne maledetto dalla madre perchè privava se stesso e la sua famiglia del cibo, per darlo ai poveri affamati (che, secondo il Vangelo, sono la personificazione di Gesù). Il Beato Angelo rispose alla maledizione e sua madre per questo morì.
I veri gualdesi, fedeli al Santo ed alle sue opere si guardano bene dall'inviare imprecazioni (perchè arrieno ...e s'arbireno 'ncone) ed in particolar modo i figli (pur se rarissimamente in odore di Santità) nella maniera più assoluta non si azzardano ad imprecare contro le proprie madri. Per converso le mamme sapendo di rischiare una contro imprecazione sicuramente mortale, quando estenuate dalle marachelle dei figli, non riescono a trattenere una qualche invettiva, molto spesso dicono una frase di questo tipo: ..." ...arnentrete...do arvae...sae stato (stata) tutt'ogge 'n giro...certo che ta te el tremoto nun te ce chiappa 'nton casa...che posce....'uhhh que me fae di'...che posce murì screpulito..." Ora se doveste per pura curiosità consultare la più aggiornata enciclopedia medica non riuscireste a trovare lo "screpulimento" ossia il morbo che provoca la morte allo "screpulito". Questo semplicemente perché la malattia dello screpulimento non esiste ma deriva da un progressivo concatenamento tra azione ed inibizione vocale nel tentativo di usare e non usare più parole, che da' come risultato un'ibrido inconcepibile inattuabile e perciò impossibile da punto di vista imprecativo. Screpulito si compone di sc...(forse schioppato...ossia scoppiato...di ..cr...crepato...sempre scoppiato ma senza fragore...pul...pulmunite...ito...allinito...ntisichito...ecc..)  Però ciò che conta è che nessuno a Gualdo e dintorni è mai morto screpulito a causa di un'imprecazione pronunciata dalla propria madre e per converso nessuna madre si è mai beccata una contro imprecazione derivante dalla paura del figlio di perire per screpulimento.
Per quanto riguarda le imprecazioni classiche c'è quella storicamente più collegata alla cultura di Gualdo Tadino che anticamente fu città tradita dalla strega Bastula, la quale venne bruciata in piazza come accade ogni anno nella rievocazione storica dei Giochi de le Porte. Quindi per scherzo o seriamente il gualdese impreca con un..."posce murì abbrugiato (a)". RIsultano in forte disuso se non per ragioni ludiche imprecazioni come ...: ..."possa piatte 'na pulmunite" dato che dopo la scoperta della penicillina questo morbo non è più considerato come grave. Quindi dopo aver arricchito l'imprecazione trasformandola prima in possa piatte 'na pulmunite doppia e poi in "possa piatte 'na pulmunite cuperta (con la speranza che la non evidenza dei focolai infettivi potesse aggravare tragicamente il quadro clinico della vittima designata) la maggioranza dei soggetti imprecatori ha scelto d'inveire diversamente verso i propri antagonisti. Rimane celebre l'imprecazione multipla e totalizzante che una donna esarperata dalla condotta criminale del figlio, fregandosene della possibile reazione contro imprecativa disse al discoletto che girovagava incessantemente per il quartiere combinandone di tutti i colori...: "arnentrete...possibile che nte se fa mae ora...?! ..che te piassero tutti i male del policlinico de Perugia...
Per fortuna il bambino (ormai adulto) pur se  permanentemente agitato, gode ancora di ottima salute e soprattutto non ha mai contro imprecato verso la madre.

Degna di nota un'imprecazione che una donnina, dalla mite apparenza, confessò al parroco, d'inviare candidamente, "ta quelli che la facieno dannà"...vedè sor curato ..io nu  le manno le 'mprecazioni brutte..solo che quanno nun ne posso più, je dico che posce cresce 'n chilo al giorno"... che per gli anoressici sarebbe pure una maledizione benefica (scuate l'ossimoro) ...almeno per i primi trenta giorni...ma poi...bhe lasciamo perdere...Restano molto usate imprecazioni come:"...che te piasse 'no sbocco de sangue...e che te  se potessero secca' le mano ( o altre parti del corpo usate per limitare ingiustamente l'altrui libertà. Qui si nota un'estemporanea imitazione della Shari'a islamica mista alla legge del taglione citata nell'Antico Testamento)..". Queste maledizioni vengono scagliate prevalentemente a coloro che parlano a sproposito ( ma te voe fa i cazze tua...che te piasse no sbocco de sangue ...oppure che possa seccattese la lingua...o "la lengua") ed a quelli che hanno l'abitudine di combinare guai toccando manipolando manomettendo se non addirittura rubando, le cose altrui( che te se potessero seccà le mano...ma te voe sta fermo...oppure arpusa que la cosa che te se potessero seccà le mano...oppure...ma do l'hae messo quel coso...che te se...ecc..)...aguarda quel cane l'ha arfatta davante la porta de casa...che ie se potesse seccà 'l culo....(o con maggior volgarità ...el buco del ...Che posce murì arrabbiato)
Si deve constatare che nel linguaggio attuale, una maledizione viene utilizzata con frequenza..: "...che posce murì avvelenato (a)..."
Questo fatto trova origine e giustificazione nella cultura fortemente sommersa del ricorso alle arti magiche, effettuato dal gualdese tipico...che ama molto "sgarufare" nell'occultismo. (Sgarufare significa scavare nervosamente nel terreno. Sgarufa il cane da tartufi...sgarufa tra la terra fangosa "el porco".. sgarufa nel sottobosco el cinghiale...l'azione di chi sgarufa, ci fa pensare un po' all'artiglio Sacro di Garuda che è l'uccello mitologico gigantesco, trasportatore di Visnu, il Dio della saggia conservazione di cui parlano i Veda indiani. Tra l'altro e non a caso la maggir compagnia aerea indiana si chiama Garuda Air Line).

Malocchio fatture e stregoneria in segreto ...Messe...processioni... e cerimonie sacre in pubblico...Ecco  la bizzarra realtà della Gualdo "furestica"...

Il tentativo eretico delle "larghe intese spirituali".

Padre e figlio s'imbattono in una nota iettatrice (conosciuta in tutta la città)  "in odore" di stregoneria. Il figlio segnala con discrezione il fatto al padre, che prontamente, forte della sua predominante esperienza, lo istruisce con una frase del genere: "Tu nun te la pia'.....Quanno te la 'ncuntre, fatte el Segno de la Croce, di el Pader Nostro è pu'...  FAJE LE CORNA (esibendo vistosamente il famoso gesto apotropaico) ". Il figlio, visibilmente confortato dalla soluzione risponde: "E già,  ba' almeno j'accontentamo tutte. " Ed è in circostanze come queste che Gualdo esprime la sua essenza di profonda italianità. La ricerca del compromesso per mantenere la pace è così intensa, che a volte sfocia in qualche missione impossibile, come quella di unire il Sacro al profano.


Le punizioni corporali.
La roccia de venco
Ogni casa gualdese rispettabile aveva, un tempo, appoggiata al portone una robusta verga di frassino o di salice piangente (ed a piangere non era il salice ma colui sul quale il salice si appoggiava). Questi strumenti venivano usati durante gli inseguimenti che i genitori effettuavano verso i figli per finalità rieducative. " ...Sae argito a rubbà le cerase...dilinguente...adesso te do quattro rocciate nte le gamme (o nto la schina) almeno te la finische.." ed iniziavano delle scorribande frenetiche  e terribili che nei casi più disperati costringevano i poveri ragazzi a permanenze lunghissime fuori dalle mura domestiche (nei mesi estivi questi inseguimenti punitivi erano più frequenti a causa della maggior lunghezza delle giornate). Addirittura si narra di fatti in cui per tre quattro giorni l'inseguito stette nascosto nei boschi limitrofi e venne alimentato da amici compassionevoli che periodicamente gli portarono pagnottelle acqua ecc... per la frutta ovviamente c'erano gli stessi alberi a causa dei quali la punizione della roccia de venco veniva irrogata.
El Bastone de carpignano

Il "carpignano" rimane una pianta sconosciuta e probabilmente immaginaria. Nell'antica cultura popolare veniva invocato per infliggere durissime punizioni corporali a coloro che si macchiavano di omosessualità forte ripetuta e suscitante pubblico scandalo. Dobbiamo specificare che la cultura gualdese più tradizionale non conosce parole come "gay, omo etero bisex trans lesbo ...ecc.." Per il gualdese arcaico al massimo esiste "el frogio" (con la g e perciò,nemmeno frocio) ed al massimo "el recchione" che vano tenuti alla larga appunto col bastone de capignano. Oserei dire che l'epiteto "frogio" per il gualdese antico non costituisce nemmeno qualificazione dispregiativa ma semplicemente carattere distintivo per aver chiaro "chi fa certe cose... e chi fa quell'altre cose"...in più tra coloro che "fonno quell'alre cose" il gualdese antico si preoccupa di sapere ...chi è che statia sotto e chi sopra"...Il gualdese ricordiamolo, è etnicamente "furestico" e perciò virile. Quindi anche in determnate ed "anomale" circostanze sessuali, vuole distinguere colui che svolge un ruolo attivo da colui che invece è succube e perciò "frogio" perché per il gualdese antico è "frogio" soltanto colui che svolge il ruolo sessuale passivo. L'omosessualità femminile viene scarsamente considerata addirittura di una donna omosessuale non si dice che "è lesbica" ma ..."..dice che va con quell'altre donne"... Comunque rimane forte la consapevolezza che nell'atto omosessuale anche chi svolge il ruolo attivo non e' poi che sia così puro...semmai e' il dominante ...il forte...il sottomettitore e perciò colui che va temuto, sopportato e non contraddetto...ma, seppur in sordina, di sicuro, non rispettato più di chi vive l'atto con piacere passivo. C'è in proposito un aneddoto: " durante un rapporto omosessuale il soggetto attivo aveva l'abitudine di morsicare le orecchie al soggetto passivo, che ovviamente si lamentava di un simile sopruso dicendo al partner...aoh..ma te la voe smette...el sae che c'hae 'n viziaccio...?! Prontamente il soggetto attivo rispondeva...: e certo ...sarà bello el tua de vizio...ma finischetela va...! Questo per dire che a Gualdo o almeno nella gualdo tradizionalista l'omosessualità veniva ed in alcuni casi ancor oggi viene vissuta con prudenza, clandestinità e perciò con ipocrisia. La paura che genera questo comportamento è ovviamente quella di essere derisi insultati ed emarginati...Gualdo trabocca di aneddoti finti e veri se non addirittura di leggende metropolitane dove due o più "frogi" (con tanto di nomi e cognomi) sono stati visti " a fa certe cose" e di altri che sorpresi dal fenomeno del pene captivus..." l'honno portati via co l'ambulanza, arrotolati dentro na cuperta" come di altri "frogi" solitari...ricoverati con utensili di varia e bizzarra natura "nfurtiti" dentro l'apolla rettale. Insomma la cultura furestica percepiva in passato e forse ancor oggi (almeno in parte) sente  l'omosessualità, come una pratica innaturale e perciò pericolosa per la vita del bosco . Nel sottobosco, quindi, aleggiano chiacchiere e maldicenze, che come tagliole hanno la subdola finalità di neutralizzare chi vuole o vorrebbe vivere in un altro modo, per esempio sposando una persona dello stesso sesso con una cerimonia celebrata in uno stato estero...."  aohh el sapete...quei due senno sposati in Inghilterra...ma allora è vero ch'enno frogi...e giù con peripezie immaginarie grottescamente descrittive dei due poveretti (o delle due poverette) che quasi sicuramente torneranno a casa con fastidiosi ronzii auricolari dovuti agli assalti "furestichi" della maldicenza locale.
Un gualdese DOC (e pure DOP dato che la denominazione d'origine oltre che controllata è pure protetta) mentre sta bevendo "'n goccio de vino" in una tipica osteria, segue distrattamente il notiziario alla televisione...si parla della recente scomparsa di un famoso personaggio della canzone italiana. Questo personaggio, notoriamente omosessuale, non avendo lasciato alcuna manifestazione di volontà testamentaria in favore del suo convivente (che il gualdese DOC -DOP sarcasticamente definisce "la vedova del frogio") ha in pratica devoluto decine di milioni di euro ai suoi, pur se lontani, parenti. E qui arriva la stoccata "furestica" del gualdese DOP-DOC..." Aguarda sto frogio...ta quell'altro se la 'nculato tutta la vita e pu nu 'gna lassato manco 'n soldo...certo però che la 'nculata più grossa ie l'ha data da morto miga da vivo..." ...e giù ..una bella bevutella (beutella) di vino....

Presso un distributore di carburante lungo la statale Flaminia, tra Gualdo e Nocera Umbra.

Si fermò  un giorno un cliente tedesco per chiedere un'informazione.
Rivolgendosi al gruppo di persone sedute fuori dal bar del distributore disse con accento inconfondibile : " Scusate...Sig...nori...tofe essere strada per Cattolica...Rikkione?.." Prontamente si avvicinò un simpatico personaggio, frequentatore abituale del bar, che, gesticolando vistosamente, rispose così  al turista: "Allora... gete su per tu line, doppo voltate pe Ancona...arriato prima d'Ancona...piate l'autostrada e gete sempre dansune...doppo un'oretta c'è  Cattolica e pu anche Rikkione. . . " Voltandosi verso il capannello di amici aggiunse ridacchiando... : " Nve la piate che su per di lì  de rikkione ce n'enno quante ve ne pare"...Il tedesco disse : " Crazie sig...nore...arrifeterci"...e se ne ando' con uno sguardo intriso di serenita mista a disorientamento....mentre il gruppo di amici del bar passarono alcuni minuti ridendo sul gradevole quivoco verbale. 


El gastigo a la scola.
A scuola venivano usati metodi molto più civili ma dato che il telefono azzurro non esisteva anzi non c'era neppure il telefono i maestri e le maestre quando trovavano allievi particolarmente refrattari all'acquisizione delle nozioni li mettevano semplicemente in castigo  dietro alla lavagna "co le brecce o col cece sotto i ginocchie " per non parlare delle bacchettate sulle dita e dei "boccatoni"...hai scritto ongni (con la n davanti alla g) razza di somaro ...schiaff schiaf... e giù dietro la lavagna...
Questi metodi così "compassionevoli" ispirati dai più evoluti trattati di pedagogia, servirono comunque ad evitare certi fattacci che oggi fanno piangere e disperare sul serio migliaia di famiglie. Tanto che a Gualdo quando si parla di scuola la frase più ricorrente è questa:...c'arvurria la scola de 'na volta...vedrae che 'nquel modo la dilinguenza nu scappa fora..."
Chissà? ...Non voglio esprimere giudizi, però...forse...
Chi fio sae? Ossia ...Come puoi essere individuato etnicamente?
Recentemente mi è capitato di assistere a questa conversazione: Quella chi fia è? Risposta: quella saria ...la sorella del marito de la sorella, de la moje, del fratello de quello che laora giun quel negozio di sotto le fabbriche. (Richiesta ulteriore di chiarimento) ; do...sotto ...Rigali?...Risposta epesegetica fulminea: no...no sotto la Vaccara... Commento rassicurante del primo interlocutore :...a mbhe..me paria... (cioè gli sembrava che ci potesse essere un'altra persona con quell'intrigo parental commerciale pure dall'altra parte (come negli universi paralleli di Fringe)

El Piccasorce, i piccasurce e l'istinto "furestico".
Il piccasorce o pungi topo sarebbe la pianta del "rusco" conosciuta da secoli per le sue proprietà benefiche sulla circolazione del sangue e sui tessuti venosi, tanto da poter essere attualmente trovata in ogni erboristeria. L'uso del piccasorce era comunque destinato non soltanto a finalità alimentari e curative ma anche, appunto, veniva utilizzato per difendere le case ed i granai dalle invasioni dei ratti. Per questo motivo si trovavano mazzi di pungitopo vicino a certi pertugi reputati come vie d'accesso clandestine per i graziosi roditori che appena sentivano gli aghi del pungi topo sul loro delicato musetto cambiavano strada. I piccasorci (o piccasurce, nella versione ulteriormente involgarita) erano un valido ausilio per la pulizia dei camini, delle canne fumarie e dei tubi delle stufe, quando con l'arrivo della primavera qualcuno in casa pronunciava la frase fatidica:..." ...Me sa che la stufa e 'l camino n' s'accenneno più..toccaria da 'narpulita tai tube...gemo a coie quattro piccasurce va...".. E ci s'inoltrava nella foresta durante una tiepida giornata di maggio, dopo giorni e giorni di reclusione invernale. L'ambiente già profumato di vita nuova ci suggeriva che "i piccasurce" erano soltanto una candida scusa per fare una bella esplorazione del territorio "furestico" (forestico è ciò che sta fore ovvero corrisponde a quello che rimane esterno al perimetro murario cittadino, reale o ideale, considerato come zona incivilita) magari contribuendo al processo di perpetuazione biotopica e biologica. Quindi l'espressione:"gemo fora" significa proprio nell'inconscio collettivo ...andiamo nella foresta a ricongiungerci col nostro vero se di animali di montagna...Così proprio accadde per due fidanzatini che inviati dalle rispettive famiglie nel bosco a cercare "i piccasurce"...incontrandosi per caso tra gli alberi odorosi di muschio, iniziarono a parlare di pulizia di tubi canne fumarie,incrostazioni e fuligine finchè non si resero conto del reciproco e "furestico" sussulto ormonale che li spingeva alla verifica esplorativa ed alla simbolica pulizia di ben altre cavità, corporalmente appetibili. Inizò così un'amplesso "furestico" con tanto di "rancicune" ed arvulticamento giun terra...in questo rotolarsi i due dimenticarono il vero motivo della permanenza in quel bosco finché la ragazza sentendo una puntura lancinante al fondoschiena urlò a squarciagola contraendo tutti i muscoli del corpo...Il maschio disse: "ma que c'è...qu'hae fatto?" e lei.."nun n'el so ...me so piccata con qualchi cosa..." e lui guardando alla meglio nei paraggi del conglomerato bicorporale ancora seminudo ed avvinghiato..."ferma ferma ..nun te moe...semo giti dentro 'na fratta de piccasurce"... e ci sarebbe stato da ridere se provando a staccarsi non si fossero accorti di non riuscire a farlo perché la paura ed il dolore avevano prodotto la contrazione della muscolatura vaginale della ragazza determinando il cosiddetto fenomeno del "pene captivus" (o pene imprigionato) ...Disse lui sgomento:..."ma fatto mappa" (mi è rimasto incastrato a causa di un rigonfiamento sommitale dovuto alla strozzatura vaginale) e lei terrorizzata:... e mo commo facemo tu qui nun c'artroa niciuno e fra mpo se fa notte... si capita qualchi annimale ce se po' anche magnà" . Per paura e disperazione iniziarono a dimenarsi tra la fratta dei piccasorci che risolse il problema, dopo averlo provocato. Urlarono forte tra la foresta per le punture di pungitopo e le reazioni endocrine fecero il resto..si staccarono e dopo essersi rivestiti in fretta raccolsero dei bei mazzetti di rusco, correndo verso le rispettive dimore a causa dell'ora ormai tarda. Si sentirono le urla dei genitori preoccupati ma le bacche rosse dei piccasorci testimoniarono l'espletamento del compito affidato ai due ragazzini, che oggi sono sposati felicemente e consigliano ai propri figli di comperare il rusco in erboristeria perché quello "furestico putria esse pericoloso"...
A proposito sembra che un buon minestrone fatto con bacche e foglie di rusco sia veramente ricchissimo di vitamina c.
Sicuramente tutti voi avrete assistito almeno una volta alla penosissima scena del pene captivus tra due cani randagi. Gli "esperti" consigliano in questi casi due tecniche molto efficaci per staccare gli sfortunati animali: la prima consiste nel tirare uno o due secchi (sicchie) d'acqua sopra le bestiole; la seconda tecnica richiederebbe l'uso di un bastone con cui percuotere i due poveri cani per finalità adrenergiche.

Ovviamente tutti e due i sistemi sono esecrabili, però non dimenticatevene mai quando e se doveste andare nel bosco con il vostro partner a cercare i "piccasurce"...dato che qualche scellerato un po' all'antica potrebbe sempre passare nei paraggi del "rugacceto" (siepe costituita da vegetali molto pungenti ed a concrezione intricatatissima).

Il compito in classe dall'alluvione al figliol prodigo (qualche decennio fa)
Descrivete l'alluvione che ha colpito una parte del nostro amato paese.
Svolgimento di un alunno (abitante nei paraggi di Gualdo Tadino) molto essenziale nel parlare e nell'agire:..."..E'arriata la pinaia...cesi...besti...via tutti..." (E' arrivata l'alluvione che ha portato via case,animali e tutto quanto)
Parlate della parabola del figliol prodigo
Svolgimento compiuto da una ragazzina (sempre di Gualdo Tadino e dintorni):..."El fio era gito via de casa, ma dopo che s'era consumato tutti i soldi co le puttane e che se muria de fame, che rubbaa la ghianne tal porco per magnassela per lue e che l'aia cacciato via anche el padrone di maiali, che iaia rubbato la ghianne, allora s'ergito a casa. El padre che l'ha visto arrià da lontano, s' è messo a uccà forte da la contentezza e pu ha ditto ta quije de casa: "ammazzate 'na vacca bella grassa e metteteie i calzitte" (e qui, non apparve al maestro elementare e non appare a noi, chiarissimo, perché ad una  povera vacca assassinata si dovrebbero mettere pure dei calzini; rendendola somigliante al bovino raffigurato nella  Guernica di Picasso, ibridato da bizzarri tratti d'atemporalità dello stile di Salvador Dalì con l'abbondanza delle forme di Botero.) Comunque si rimane confortati leggendo la conclusione del tema fin qui mirabilmente svolto con potenza icastica insuperabile..." però ta quell'altro fio nun è che je gia tanto bene, perché ta lue nu je facieno fa manco merenna co 'i amici".

Espressioni icastiche
"...mpunta' l'ogna..." impuntare le unghie. Mostrare forte riluttanza nell'accogliere una proposta, nel prendere una decisione o comunque nel farsi convincere da altri su determinate ed indefettibili scelte non più rinviabili.
"....aguarda commo 'mpunta l'ogna...certo che nu gne ne va pe gnente de gi to la giune..."

Straginare... (continua)

Dal sogno erotico alla visione eretica (continua.....)

L'attendente della regina. La vestizione serale....(continua)

Gualdese ...parlata furestica....







 


Illusioni sentimentali...strumentali.. carnali...poco normai...Punti di vista...


Illusioni sentimentali...strumentali.. carnali...poco normai...Punti di vista... (roba inventata... dopo la lettura del contenuto dei link che seguono).

http://violenza-donne.blogspot.it/2006/12/false-accuse-strumentali.html
http://violenza-donne.blogspot.it/2012/11/alcuni-casi-di-omicidi-e-tentati_22.html
http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/13605-lodio-e-lintolleranza-internet-sul-femminicidio-le-donne-killer-nascoste-dai-media-tv

Sembra esistano donne che, dopo aver provocato un uomo in tutti i modi si decidano a sposarne un'altro per fare dispetto al primo. Poi un bel giorno, quando incontrano il primo uomo (che non le ha considerate affatto) mentre tengono per mano un bambino (o una bambina) in tenera età (che ovviamente non hanno concepito con l'uomo che avrebbero desiderato e che ora si trova ad un passo da loro) si mettono ad esibire il prodotto della loro "libido vendicativa" per dimostrare a quell'uomo che ovviamente continua ad ignorarle, la loro bravura  nel fare certe cose. Si dice che il primo uomo, quello che non le ha volute, in tali circostanze pensi tra se e se: " Per fortuna non mi è mai piaciuta...peggiora sempre e molto rapidamente...mi avrebbe sicuramente rovinato la vita."

Per non parlare di quelle donne, che dopo averne fatte di tutti i colori, si sposano indossando un bel velo bianco, che il malcapitato, dopo la cerimonia nuziale, solleva con stoica fierezza mosso da ardenti desideri carnali, totalmente ignaro d'apprestarsi ad appoggiare le labbra su un vespasiano traboccante di virulente e ripugnanti vicissitudini.

...E delle altre, che lasciano un uomo che "amano troppo" (leggasi che non riescono a manipolare) per mettersi con un altro uomo che non amano affatto (ma che riescono a giostrare come un bamboccio) trascorrendo il resto dell'esistenza a maledire il primo (informandosi "di nascosto" su di lui attraverso "addomesticate" relatrici) accusandolo di tutti i mali del mondo senza mai riuscire a capire che sarebbero state sicuramente più felici con lui...che nel frattempo si è rifatto una due tre ...e molte altre vite...forse chiedendosi (ogni tanto) come mai esistano delle idiote come quella che gli ha fatto perdere tutto quel tempo...

Quelle poi, che ti frequentano solo per inventare le peggiori menzogne sul tuo conto, da raccontare a "qualcuno che comanda" con la speranza o in seguito ad una promessa di ricompensa. Non sto parlando di quelle che veramente ti amano preoccupandosi dell'eventualità che tu possa cacciarti nei guai e perciò ti seguono ti aiutano e ti rimangono vicine persino nelle peggiori circostanze. Mi riferisco, invece, a coloro che con scuse banali ti avvicinano per poi riferire (calunniosamente) di aver udito alcuni tuoi inenarrabili propositi. La loro speranza ovviamente è quella di guadagnare qualche favore monetario o di equivalente valore...E quando chi le ascolta per verificarne l'attendibilità, le interroga sul perché delle tue narrate bizzarrie che in verità , a volte, potrebbero apparire davvero strane...Questi prodigi d'interazione ormonal-neuronale rispondono con saccenza e sfacciataggine: " cosa vuoi che ti dica...tu sai che è un pazzo"... Come si fa a non augurare d'impazzire sul serio a certe carogne?! Per vederle poi un giorno, girovagare senza meta nei paraggi dei giardini pubblici cittadini , mentre parlano da sole e vengono evitate da tutti a causa del fetore che emanano.

Forse le più sincere rimangono quelle che ti chiedono subito cosa fai e quanto guadagni, tanto per pianificare  immediatamente la loro attività di parassitaggio mirante a ridurti sul lastrico o peggio ancora in prigione.
Ovviamente, anche queste vanno tenute alla larga sin da quando provano a porre le fatidiche domande.


Mentre, tra le più ripugnanti, si possono sicuramente annoverare quelle, che per tenere "il piede su due o più staffe" giurano fedeltà con tanto di promessa matrimoniale ad un uomo (il più ingenuo; per usare un pietoso eufemismo) e nel contempo si dedicano alla più "bavosa e pelosa promiscuità" con gli esemplari più degradati del regno animale (e pure vegetale, quando trovano i cetrioli al mercato; se non i cocomeri) forse sentendosi dei "moscerini della frutta" intenti ad assolvere il gravoso compito del salvataggio della specie. Ad un certo punto il partner più fedele le richiama al dovere e loro, questi prodigi di combinazione tra ormoni estrogeni, vomito e puzzolente massa fecale, per uscire "pulite" (come se si potesse pulire un conglomerato di vischiosi e putrescenti materiali organici) iniziano ad accusare di "gravi comportamenti violenti" il poveretto che le ha sempre sopportate ed assecondate, scatenandogli addosso tutte le autorità (laiche e religiose) della Repubblica. La conseguenza di questo esecrabile comportamento è; da una parte, la persecuzione di un malcapitato, la cui unica responsabilità è stata quella di scivolare sulla merda di una cagna; d'altra parte, l'inasprimento della già dura considerazione sociale per una ributtante meretrice, che dopo quello schifoso episodio, oltre che con l'epiteto di troia, verrà individuata e definita con quello di : cagna bavosa, puttana calunniatrice, disonesta dal sangue fradicio, maiala antropofaga, sudiciona impastata di vomito e di merda, vecchia (dato che nel frattempo è invecchiata) bagascia puzzolente...ecc...

Queste due poi... Una minorenne (minorata, ma non apparentemente) che vorrebbe chissà cosa e chissà perché. Comunque sia il risultato sarebbe una serie di guai indicibili per il malcapitato.
Ed una maggiorenne, non maggiorata fisicamente, ma convinta di esserlo intellettualmente.
La prima (illusa) istigata a danneggiare, da una cerchia parental - amicale con il quoziente intellettivo di un lombrico (ossia tutti insieme possiedono l'intelligenza di un solo verme).
La seconda soggiogata da una presunzione viscida ed asservita a forme di torbida necessità. Quest'ultima (mai conosciuta direttamente)  si permette, prima, di mettere in guardia la sua "amica del cuore" dall'intrattenere una "pericolosa amicizia" con un tale che nemmeno la conosce e poi redarguisce "quel tale" cercando di farlo desistere dallo sviluppare la conoscenza con quella "pregiata creatura che è la sua prediletta amichetta".
Ad una cretina  così, il tale ...invece di rispondere con educazione e pazienza, avrebbe dovuto dire molto semplicemente : " ma vaffanculo idiota (oltre che cretina ovviamente)".

Inoltre....quella che ti offre certe attenzioni (senza che tu le abbia chieste) in cambio di un'autovettura (da rilevare in questo caso la grande sproporzione tra prestazione e contro prestazione) e le altre che in qualche modo provano (a volte purtroppo riuscendoci) a danneggiarti nelle maniere più impensabili.

E quel branco di rimbambite (di ogni età) che vanno puntualmente ad ubriacarsi nei locali per vedere gli spogliarelli maschili (sempre che si possano definire come veri maschi quelli che per vivere si devono togliere in pubblico i vestiti di dosso). Esistono persone con freni inibitori potenti ed altre che come cani spargono saliva (per non dire bava) lungo la strada e sulla vita altrui. Queste persone non sono uomini e non sono donne ma solo persone che ad un certo punto non rimangono più nemmeno persone ma animali deficenti e primitivi; che causano soltanto disordine con la loro malvagità. Alcune di queste sono poi quelle che ti bloccano su facebook solo perchè tu scrivi note come la presente. A tali furbastre da fastidio la verità perchè si servono della menzogna, unita ai loro residuali effluvi ormonali (dato che sentono diminuire la loro forza attrattiva sui maschi) per accalappiare qualche ubriacone mentecatto da spennare come un pollo, senza ritegno e fino in fondo. Povere deficenti voi e chi vi sbava dietro; esemplari degeneri della specie umana.

Rivolto alla trattazione elegiaca sulle donne quarantenni.

Questo pensiero (l'elegia delle donne quarantenni) è la pura testimonianza di come il tempo influisca sul giudizio, pronunciato e subito, dalle persone. Perciò paradossalmente, rappresenta la prova a sfavore di chi lo ha scritto col proposito di fornire argomenti a sostegno di una certa categoria di soggetti. Infatti le persone non dovrebbero essere giudicate in base all'età al sesso alla razza alle opinioni politiche e religiose. Anzi le persone non dovrebbero proprio giudicarsi tra loro, mentre invece lo fanno in continuazione confermando la loro attitudine naturale alla selettività. In conclusione, la grande contraddizione di questo argomento è che una donna di quarant'anni, biasimandone una di venti parla soprattutto contro se stessa per come era o per come ha dimenticato di essere stata venti anni prima.

La nuova categoria.

Quelle che non ti hanno mai visto di persona, ma cominciano a convincersi che tu sia un po' troppo accanito verso le donne e perciò..."iniziano ad avere paura di te"...
Questa categoria di donne, riflette su di te i propri dubbi, sull'adeguatezza del proprio carattere al tuo e ti accusa di non essere adatto a lei (non considerando che è lei a non risultare adeguata a te) senza rendersi conto che tu non hai mai visto questo aspetto pre conoscitivo come un problema, dato che hai sempre pensato che non la conosci e con tutta probabilità non la conoscerai mai al di fuori della rete. In fondo questi esemplari non sono molto pericolosi a meno che non agiscano per calcolo riconducibile ad una delle categorie precedenti (tra quelle a forte insidiosità di natura spionistica o parassitale pura).

Ogni tanto poi, qualche donna comunica dettagli ulteriori, utili alla migliore definizione della categoria alla quale appartiene. Per esempio, quella che lascia un fidanzato perché "lo ama troppo"...a volte vede o s'illude di vedere il suo ex mentre passa in auto davanti casa sua...Dopo il comprensibile sussulto al cuore che la spingerebbe a rincorrerlo per fermarlo  ed abbracciarlo coprendolo di baci fino a notte fonda; in realtà bloccata dal proprio sistema neourovegetativo che le provoca (ogni volta che lui si avvicina) uno strano irrigidimento della mano destra (oltre che un singolare formicolio per tutto il corpo...si limita a convincersi che lui sia passato lì davanti per caso (magari per andare da qualcun'altra ad un'appuntamento nel vicino "agriturismo")...allora dopo l'iniziale e sorprendente smarrimento, guidata dalla propria insicurezza che la spinge a convincersi che lui nemmeno l'abbia vista uscire di casa in macchina, per camuffarsi mette gli occhiali scuri ed inizia a seguire l'auto di lui che ovviamente si accorge e prova un misto di speranza e felicità nel sentirla e vederla così vicina dopo tanto tempo. Lei vorrebbe sapere di più su chi occupa il sedile del passeggero ma lui si ferma per lasciarla passare  e suonando il clacson le lampeggia perché se lei si fermasse la saluterebbe e la lascerebbe parlare di tutto ciò che lei desidera sia per ascoltarla che per godere dei sensuali movimenti delle sue labbra carnose. Ma lei prosegue verso il luogo di lavoro...lui si ferma ancora un po' all'incrocio per salutarla (solo col pensiero) e tutto torna come prima..forse...perché in realtà lei entra nel suo studio, va in bagno ed assalita da un vortice d'impetuosi ricordi, si masturba con decisione e velocità....ricomponendosi in fretta per sedersi davanti al computer con i gomiti sulla scrivania ed una delle mani appoggiata sul mento, con le dita in bocca sottoposte ad una moderata ma nervosa e costante morsicatura. Ecco la sua paura che riaffiora con il pensiero di lui che le darebbe un piacere intensissimo solo per provare piacere (per se stesso) lasciandola in crisi d'astinenza della sua compagnia troppo a lungo per farla vivere felicemente. Questo significava quel ..."ti lascio perché ti amo troppo"...Eppure le basterebbe poco per capire che quando l'attrazione tra due persone è così forte negarsi il piacere reciproco del contatto fisico e mentale rappresenta una grave distorsione e mortificazione della verità.
Comunque sia, questo tipo di donna è così perché ha preferito un affetto tiepido, costante e sicuro ad un amore passionale arroventato ed intermittente. Ma come si potrebbe sopravvivere ad una forza sentimentale fatta di una carnalità cosi potente e senza pause. Forse la risposta sarebbe proprio quella che lei conosce ma ha paura di dare a se stessa. Vederlo ogni tanto, parlarci, scambiare con lui delle effusioni e lasciare sfogo a quell'energia erotica che altrimenti prenderebbe altre direzioni contrarie al piacere. Vederlo di continuo sarebbe insostenibile ...vederlo ogni tanto sarebbe doloroso...non vederlo mai più sarebbe illusorio...

Forse un giorno lei sceglierà ...forse...nel frattempo tutti e due vivono di ricordi, in compagnia di una sicurezza che tra loro non sono riusciti a sperimentare... questo pensa lei davanti allo schermo del pc mentre guarda il diario pubblico di lui in rete...pensa questo che però ... in  background,  nel suo cuore vuol dire solo una cosa: " ...ti amo ancora...voglio convincermi che tu sia cattivo brutto e ripugnante per riuscire a respingerti meglio...se occorre anche con l'aiuto di altre persone...ma ti amo ancora...e quando ti vedo sogno di averti accanto per parlarti e vederti sorridere...perché ti amo ancora...."

L'incontro con donne molto particolari suscita sempre pensieri di un certa complessità.
Apparentemente nubile, una di queste donne, lavora in camice bianco a stretto contatto con il pubblico. Vende e gestisce merci molto delicate potenti e necessarie. E' perciò una persona in vista e questo fatto contrasta con la sua naturale timidezza. Inoltre è molto bella, snella, educata ed affascinante. Si è innamorata di un cliente che ogni tanto va da lei per comperare ciò che lei vende. Poche parole, saluti cordiali, pagamento della merce e niente di più. O forse si, perché lui ultimamente si presenta presso il punto vendita in compagnia di un'altra donna. Sarebbe più giusto dire in compagnia di una donna dato che lei non è mai stata la sua donna se non con l'immaginazione che lui potrebbe anche non aver recepito. Conseguenza di questo fatto apparentemente irrilevante è che lei non lo saluta più e quando lui va per comperare qualcosa lei fa di tutto per farlo servire da qualche collega. Questo fatto è veramente appariscente e lui pensa che lei è una donna troppo orgogliosa anche se molto bella. Per questo sta evitando di approfondire ciò che da tempo è una mera relazione verbale, molto saltuaria e superficiale. Poteva essere un grande amore ma rimarrà forse per sempre una terribile incomprensione.


Indimenticabili quelle che durante una riunione tra amici, battendo i pugni sul tavolo ti guardano negli occhi e con disperazione mista a rabbia urlano alle loro amiche ed ai presenti in generale che, data la giovane e fresca età :  "anche loro hanno il diritto di scopare"...facendoti sentire come il maschio designato, da una qualche superiore autorità, per il compimento di opere di "beneficenza sessuale"...Simpatiche e sincere durante il rapporto (in senso stretto) ma  evidentemente pilotate come tante altre "dai soliti ignoti" che le hanno promesso un'illusoria felicità terrena. Dovranno ovviamente disilludersi, accontentandosi o rimanendo perennemente scontente per il surrogato d'uomo che troveranno, con la (vana) speranza di far ricredere quello che le aveva rese veramente felici e che puntualmente (data la loro strutturale idiozia) però hanno tradito.


Questa poi è davvero formidabile. Si occupa d'immagine e perciò è professionalmente deformata dall'apparenza tanto da tralasciare l'approfondimento dei fenomeni nella sostanza. Ti vede mentre discuti animatamente con una persona. Questa persona ti ha insultato e sta bestemmiando oltre che mantenendo un contegno minaccioso contrario alla legge ed all'etica professionale dato che svolge un lavoro per il quale tu l'hai regolarmente pagata. Lei (il prodigio ormonale femminile) cosa fa? Nemmeno s'interroga sul torto e la ragione ma, non potendo esprimere il proprio biasimo (derivante da pregiudizio perché non fondato su prove sicure) in altro modo...ti toglie l'amicizia su facebook. Tu nemmeno ti accorgi in un primo momento di questo fatto piuttosto miserabile finché un giorno qualcuno ti dice che la tipa ti considera un razzista...allora incuriosito da questa sciocchezza vai a vedere il suo profilo e la trovi protagonisticamente piazzata in foto auto pubblicitarie di una falsa filantropia e di una magnanimità sforzatamente strumentale alla propria libidine, evidente come è evidente il suo nauseabondo esibizionismo. Poi noti un particolare...lei si sta (ostentatamente ) prodigando verso individui di colore...allora ti ricordi che la persona con cui tu hai avuto un diverbio (fondato sulla ragione e non sull'apparenza cromatica dell'epidermide) era appunto una persona dello stesso colore di quelle con cui, la femmina dall'ormone canalizzato, sta tanto entusiasticamente mostrando un'intesa degna da film sulla liberazione democratica sud africana.
La logica suggerisce che la razzista potrebbe essere lei, perché in maniera preconcetta ha sentenziato che tu in quella circostanza non ti sia trovato a  difendere  la tua reputazione e la tua incolumità (in maniera decisa ma sempre legale) dagli attacchi di un maleducato, ignorante e pure delinquente (dato che quell'individuo ti stava pure minacciando, oltre ad  aver omesso di compiere il proprio dovere) ma che avessi intrapreso quel diverbio soltanto perché quella persona era di colore. Particolare che ti era sfuggito fino a quando appunto, tale donnetta (implume, prevenuta, superba, egocentrica, complessata, arrogante ed illusa dimostratrice,forse per ambizione di dominio, d'inesistenti doti umanitarie) non ti ha fatto riflettere su di un particolare trascurabile per te ma non per lei dato che lei (operando nel settore) ovviamente ci tiene al colore... eccome se ci tiene...
Femmina cattiva auto travestita da buona, oltre che radicalmente brutta, travestita da bruttina. Eppure un tontolotto disposto a credere alle sue menzogne, ed a fargli da zerbino, lo troverà pure lei. Che schifo. Da incazzarsi per la deformazione spudorata della verità.

La Choco Femmina
Giardini di Piazza Italia. Vicino alla mega paidineria ambulante. Una ragazza dalla corporatura molto robusta (tacco altissimo e pantalone dall'aderenza esposiva) parlava al telefono animatamente; appoggiandosi con la borsa ad un secchio dell'immondizia, mentre mangiava con gusto un panino con salsiccia debordante (dalla borsa fuoriusciva un bel tocco di cioccolato, che strusciava sul secchio). Ogni tanto assestava dei colpetti al secchio dell'immondizia con il ginocchio facendolo rumoreggiare. Stava (presumibilmente) parlando con un fidanzato che forse trepidava per abbracciarla. Chissà cosa le avrebbe detto, riferendosi al  suo olezzo così particolare?..."Cara, che originale profumo hai messo...come si chiama...Coco Chanel saucisse et monnezze...? " Magari mordicchiando un pezzo di quel cioccolato insaporito dallo sfregamento sul fetido contenitore.

IL PEGGIOR ESEMPLARE DI TROIA E' QUELLA CHE DISPREZZA GLI AFFETTI DELL'UOMO CHE LE PIACE SESSUALMENTE. QUESTA SGUALDRINA MALVAGIA, TRASFORMA LA SUA ATTRAZIONE VERSO IL MASCHIO DESIDERATO, IN ODIO PER LUI E PER I SUOI CARI; PERCHE' SA CHE NON RIUSCIRA' MAI A DOMINARLO COME FA QUANDO SI MASTURBA PENSANDOLO, RIMANENDO TOTALMENTE SUCCUBE DELL'ECCITAZIONE CHE PROVA VERSO DI LUI. LEI VIVE COLPEVOLMENTE LA PROPRIA LIBIDO ED INVECE DI TRASFORMARLA IN AMORE, LA RENDE DISTRUTTIVA VERSO L'OGGETTO SENSUALE CHE REPUTA RESPONSABILE DELLA SUA TUMESCENZA CLITORIDEA.

Sostenere che "il tempo non fa il suo dovere e che a volte peggiora le cose" equivale a criticare la dinamica globale dell'Universo nel continuum spazio temporale. Il tempo rappresenta  il movimento del conglomerato equivalente materia-energia nello spazio ed obbedisce a leggi precise, fondate su profondi ed intelligenti equilibri. Il contrasto verso queste leggi è un atto di superbia ripugnante, originato da grande invidia verso la creazione cosmica. Per questo la canzone "Valentina di Max Gazzè" a me non piace affatto. La trovo strumentalmente e faziosamente autorecriminatoria, intrisa di un femminismo retrivo e lascivo. La donna che s'identifica con la destinataria di questo messaggio canoro è in realtà incapace d'amare la figura maschile perché ad essa associa un contenuto virulento per compensarne la carenza perenne cotrastandone la rara presenza, percepita come una temibile invasione territoriale da combattere fino all'ultimo anticorpo. Questo genere di donna non concepisce l'amore come un dono da porgere con disponibilità non obbligante a riceverne altrettanto, ma avverte questo sublime sentimento come un pericolo da cui difendersi con reazioni psichiche e fisiche esagerate, ingannevoli verso il suo vero se, proprio come un'ondata linfocitaria di tipo T aggredisce le cellule del corpo sane, scambiandole per agenti tossi infettivi.
Tale esemplare dell'universo femminile, preferisce soffocare nella complessità snervante di una siepe labirintica, dentro al giardino di qualche lussuosa villa settecentesca, piuttosto che godere di panorami aperti ed estesi a perdita d'occhio, assaporando il profumo intenso e penetrante del polline di ginestra selvatica.
Perciò la femminilità potente di questa donna finisce per implodere ed avvizzire proprio come si sgonfia sulla spiaggia un materassino di gomma verso sera, lasciando attorno a se un fastidioso olezzo di pancetta rancida, che soltanto qualche scellerato sprovvisto d'olfatto, s'appresterebbe a consumare.
La superbia di una donna così, la rende talmente cieca (di una cecità simbolica e non fisiologica; indotta dall'eccessiva ed egocentrica esigenza di masturbazione) da non farle comprendere che l'amore è il sentimento più semplice e più diffuso dell'universo come sulla terra è diffuso il pane. Ecco, l'amore è come il pane... comune, buono e indispensabile. Ma una donna come questa, reputa il pane volgare e nocivo il vino, arrivando a screditarne, addirittura, la forza tradizionalmente liturgica.
Attribuisce al maschio delle imperfezioni che appartengono soltanto a lei, alla sua natura egoistica, narcisistica, egocentrica e traboccante di puzzolente saccenza. La parola umiltà le è sconosciuta in pratica, almeno quanto ben digerita teoreticamente. Lei non ama, ma vuole essere servita da un maschio succube della sua autorità (Il soggetto disgustosamente autogiustificativo ed implorante, impersonato dal cantante in questione). Poi dopo essersi accoppiata con un simile zerbino umano, lo divorerà come fa la mantide religiosa, per cancellare le tracce della sua debolezza, del suo desiderio invidioso del pene. Un desiderio che di norma, preferisce nascondere, dedicandosi all'uso segreto ed abitudinario di squallidi surrogati.


La meretrice mitomane e molesta.

Questa donna (si fa per dire dato che una donna dovrebbe essere ben altra cosa) è conosciuta per un ridicolo soprannome che ha ereditato da uno dei suoi mariti. Questo pseudonimo si adatta molto di più a lei che al suo ex coniuge. In città tutti la conoscono così ma nessuno le si rivolge con quella parola impronunciabile che però la insegue non appena lei se ne è andata via.
Questo mix di estrogeni venne alla ribalta per la sua famelica attrazione verso i ragazzini quindicenni oltre che per la passione sfrenata verso l'alcool e le sostanze intossicanti. Ormoni femminili mescolati a merda che dal punto di vista neuronale non possono che produrre idee e (derivatamente) comportamenti profondamente ed evidentemente puzzolenti.
Questo stavo pensando una sera, mentre me la trovai a pochi metri di distanza in un conosciutissimo locale della città. Provavo schifo per quell'essere sub umano, per il suo modo di raggirare quel branco di ragazzini che le giravano intorno come dei cani storditi dall'odore nauseabondo del pesce marcio. Lei, ormai quarantenne, con quel suo olezzo di pancetta rancida, esaltato da uno strano profumo mescolato ad un ributtante puzzo di profilattici, che si agitava come un viscido escremento, tra persone minorenni con la volontà di circonveirle e corromperle. Una volontà attuata sfacciatamente ed impunemente. Mi chiedevo come mai un uomo in una situazione analoga, sarebbe stato  immediatamente imprigionato per pedofilia mentre lei poteva esibire una così beffarda impunità. Non mi sarei "accoppiato" con una schifosa simile nemmeno se mi avesse implorato in ginocchio, offrendomi in cambio qualunque cosa. Questo stavo pensando quando me la ritrovai a pochi centimetri dal volto con atteggiamento aggressivo mentre mi offendeva con parole di una volgarità perfettamente allineata alla sua condizione di elevato e fetido meretricio. Si azzardò pure a strisciarmi le unghie sul torace mentre urlava una frase di questo genere: "Non te la darò mai !".A quel punto, sentendomi provocato, le afferrai la mano dicendole: " Non azzardarti a sfiorarmi con le tue unghie infette e soprattutto cerca di capire bene che i non te l'ho mai chiesta e non te la chiederò mai perché mi fai schifo. Stai a distanza disonesta e sporca che non sei altro". Intervenne un tipo con una frase ad effetto di questo genere: " ...a lei me la scopo io"...Ovviamente risposi con prontezza:" Sai quanto me ne frega ...gira a largo pure tu dato che non vi ho mai cercato e non voglio avere a che fare con tutti voi"... Me ne andai con i miei amici che nel frattempo erano accorsi comprensibilmente preoccupati dall'episodio. Avvertimmo il personale di sicurezza del locale che non dette troppo peso al fatto spiegandoci che "la tipa" era solita fare così con quelli che non la consideravano. Inoltre il suo passatempo preferito consisteva e consiste nel servire subdolamente i nemici della città in cui vive. Pensai di essere fortunato a non provare attrazione per una persona del genere ed ancora oggi, a distanza di molti anni quando mi capita la sventura d'incontrarla, mi viene da vomitare per come puzza, per come si esibisce, per come parla insensatamente e per come pretenderebbe di essere adorata, mentre non si rende conto di essere soltanto un miserabile mezzo metro cubo di letame.


Quelle che vorrebbero far vedere di prodigarsi in favore dei più deboli, ma alla prima occasione si scagliano con suprema vigliaccheria e violenza contro persone inermi e fisicamente invalide.

Quelle che per colpire te offendono l'onore di un'altra persona, pensando di deporre a favore di loro stesse, che pur non essendo  state menzionate in questa nota, s'identificano con qualcuna delle minorate mentali che vi compaiono.
Tali mentecatte (profondamente ipocrite; perchè camuffano la loro radicale pederastia dietro una parvenza d'istituzionale pedagogia, risultando peggiori della tipologia "puttanesca" precedentemente illustrata) s'illudono di possedere un qualche ascendente su di te solo perché hai avuto una relazione con loro. Sono abituate a parlar male del maschio che hanno lasciato poco prima del matrimonio, ma si vantano di averne trovato un'altro che le ha ingravidate ( o meglio che ha riconosciuto il prodotto del loro ingravidamento). Si reputano moralmente elevate mentre sono soltanto delle volgari spie calunniatrici che dopo averti "salutato" fanno un minuzioso quanto mendace rapporto scritto sul tuo conto a qualcuno che le ha sistemate nel leviatanico apparato statale, integrandole nel novero di soggetti dediti al parassitaggio più tetro e sfacciato per il contesto di contraddittorietà in cui si svolge.
Queste facinorose puttane dedite maniacalmente all'alcool e succubi del tabagismo, pretenderebbero di farti credere e di far credere agli altri di essere tue amiche mentre in verità ti hanno avvicinato su espresso incarico di "qualcuno" che le ha poi premiate con un bell'osso insaporito di fedifragia...Un regalino degno di animali di lusso, che fa sentire lusingate delle volgari cagne di strada come loro. L'ipocrisia di queste scrofe bavose e lascive, emerge con un sorrisino da ebete e da tutto ciò che non ti dicono dopo averti logorroicamente vomitato addosso le loro sporche stronzate. Sono capaci di ricontattarti dopo anni dal vostro ultimo incontro, "sciallate" con la vana speranza di una qualche tua carenza mnemonica. Quando poi però si accorgono che sei tu a dominare la situazione, ricordandoti benissimo dei gravi torti che ti hanno fatto, se la danno a gambe (fingendo di volerti affrontare, col tentativo di traslazione della discussione analitica su tematiche di carattere generale. Tentativo cretino, frutto della loro consueta ipocrisia) ma non prima di averti scagliato contro l'ultimo insulto, l'ultimo escremento che tu le costringerai a raccogliere e ri deglutire. Dopotutto questa forzatura è solo apparente, dato che ogni scrofa ama crogiolarsi tra i suoi escrementi ed a tutte le cagne piace immensamente voltarsi indietro per divorare il proprio vomito. Questa carogna appartiene alla specie peggiore perché vorrebbe far vedere di prodigarsi in favore dei più deboli, ma alla prima occasione si scaglia con suprema vigliaccheria e violenza contro persone inermi e fisicamente invalide. Razza di fetida mignotta; incarnazione della malvagità, scandalosamente opportunista e falsa fino all'apoteosi.



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Conclusione rituale (ed un po' scherzosa, che come ogni regola generale sicuramente avrà delle eccezioni...moltissime eccezioni, perchè sono veramente tante le brave ragazze e le bravissime donne che, a fatica, permettono la sopravvivenza di questo paese sporco e degenerato).

A tutte comunque interessa il tuo denaro e la tua rovina e per loro la parola AMORE rimarrà sempre l'acronimo di:
A (vere) - M (olto) - O - R (ubare) - E (gregiamente)

Razza di vampiri...a pensarci bene il nome Dracula finisce con la "a"...non si sarà trattato per caso di una donna?!  :)  :)  :)