martedì 24 settembre 2013

La fusione fredda rimarrà per sempre la scoperta di Fleishman e Pons. Oggi. Le batterie NiMH,sono potenziali reattori a fusione?

La fusione fredda rimarrà per sempre la scoperta di Fleishman e Pons. Oggi. Le batterie NiMH,sono potenziali reattori a fusione?


Confinamento Gravitazionale
Confinamento Magnetico
Confinamento Inerziale
Confinamento Reticolare

Il fatto è che la fusione fredda rimarrà per sempre nella storia come scoperta da Fleishman e Pons. Elettrolisi di acqua pesante con elettrodi di palladio e platino. Poi i vari tentativi con il titanio, in atmosfera di deuterio (quindi a secco) fino a quelli con voltaggio più alto e con variac e la loro innovatività quasi casuale (ci si rese conto, infatti che gli elettrodi di tungsteno avvicinandosi oltre un certo limite diventavano sorgenti di emissione di radio frequenza) sono atti derivati molto importanti, ma non geniali come il primo. Così noi possiamo dibattere e provare varie altre combinazioni di elementi; Rossi con il nichel intriso d'idrogeno  e scaldato da una resistenza che, anche qui per caso, è un'emettitore oltre che di calore anche di onde elttromagnetiche o il sottoscritto (che già nel 2005 consigliava di procedere nella direzione della sollecitazione energetica variabile del metallo idruro. Confrontare con le prove che fornisco) con la proposta di tornare ad usare l'elettrolisi combinandola con il bombardamento termo-elettromagnetico (basterebbe collegare un buon amplificatore di potenza alle bobine avvolte vicino agli elettrodi di nichel e far modulare il sistema da un'oscillatore a frequenza variabile per trovare quella più adatta a "catalizzare" il processo di fusione reticolare. Non nascondiamoci davanti alla verità. A parte i suggerimenti ricavabili dagli accumulatori al nichel-metallo idruro. Amici miei sappiamo bene di vivere sopra un gigantesco reattore a fusione posto al centro del pianeta e composto appunto di nichel e ferro. Almeno così si è sempre sostenuto negli ambienti ufficiali...perciò...nichel..ferro...calore d'innesco... pressione elevatissima e campo magnetico, per mantenere attivo il processo. Infatti nel procedimento "Rossi" lo spegnimento del reattore avviene non con la disattivazione delle resistenze elettriche ma con la chiusura del circuito a radio frequenza (o elettromagnetico più in generale). Quindi il cosiddetto "catalizzatore segreto" non dovrebbe essere una pietra filosofale di consistenza materiale, ma un grappolo d'informazioni energetiche, sul quale mi permetto di consigliare di lavorare ancora, per ottenere risultati  superiori a quanto è venuto fuori fin'ora. Rossi afferma nell'ultima conferenza che la resistenza degli avvolgimenti utilizzati nel processo ammonta in serie a 12 Ohm ed in parallelo a 6 Ohm. Guarda caso questa resistenza corrisponde a quella dei diffusori di un qualunque amplificatore di potenza ad uso commerciale o professionale)  e molti altri attraverso metodi e soluzioni simili....Però comunque vada tutti rimarremo ancorati alla grande intuizione di Fleishman e Pons che oltre 20 anni fa con l'esplosione di un vetro elettrolizzatore in un modesto laboratorio cambiarono il panorama scientifico internazionale.

Da quel momento si diffuse in tutto il mondo la consapevolezza che chiunque anche con mezzi modestissimi avrebbe potuto costruire un reattore termonucleare a casa propria. Inoltre le prove di trasmutazione nucleare a bassa energia (fornite dal gruppo Iorio Cirillo) ci fecero pensare che la pietra filosofale era stata trovata. In senso simbolico si trattava di milioni di pietre elettroniche, le quali bombardando (con diversa frequenza, velocità e quantità) degli atomi d'idrogeno rinchiusi nei reticoli di un metallo, determinavano l'emissione di enormi quantità d'energia, oltre a trasformare la composizione del metallo stesso, utilizzato per attuare il processo di fusione.


Spero che Rossi prosegua sulla sua strada ma nello stesso momento mi auguro che trovi il tempo per considerare un fatto che già si sta appalesando al suo nuovo orizzonte : L'E- Cat versione Hot dovrà di nuovo fare i conti con l'acqua in un circuito secondario di raffreddamento e per questo (mi sembra almeno) che sia stato costruito un tubo di reazione coassiale.

Certo in questo caso la speranza è quella di muovere una turbina producendo vapore ad alta pressione mentre con la versione a bassa temperatura al massimo si potrebbe attivare un motore Stirling e così pure con la versione in acqua. Però per produrre piccoli generatori domestici fino a 100 kw (che poi non sarebbero tanto pochi per una villetta con piscina) la soluzione più pratica ed esente da manutenzione rimarrebbe quella della fusione in camera elettrolitica con elettrodi e bobine di nichel in soluzione elettrolitica usando come vettore il solfato di nichel. Un tale reattore potrebbe funzionare per decenni senza mai essere pulito grazie all'inversione di polarità che rigenererebbe gli elettrodi ( e le bobine) rovinati dalle micro implosioni di fusione tra atomi d'idrogeno.

Per produrre grandi quantitativi d'energia la via percorsa da Rossi appare attualmente quella più praticabile finché almeno non si riuscirà a trovare qualche termocoppia ad altissimo rendimento, come per es. i nuovi semiconduttori ad infrarossi ( in fase di studio) capaci di trasformare il calore direttamente in elettricità.


Per i più curiosi ci sarebbe qualche "fatterello" da evidenziare, che potrebbe indurre qualcuno a fare degli innocenti esperimenti.
Alla fine degli anni 1980 fu sviluppata la tecnologia degli accumulatori Ni MH (Nichel Metallo  Idruro). Tale tecnologia venne commercializzata per la prima volta dalla Matsushita Company.
Il 23 marzo 1989 Martin Fleischmann dell'Università di Southampton in Inghilterra e Stanley Pons dell'Università dello Utah, annunciarono alla stampa di essere riusciti a realizzare la fusione fredda. Fleischmann aveva già annunciato negli anni sessanta che stava iniziando ad investigare sulla possibilità che alcune reazioni chimiche potessero influenzare i processi nucleari.


 Il 20 febbraio 1994, in una conferenza stampa presso l'aula magna dell'Università di Siena, venne annunciata la messa a punto di un differente processo di produzione di energia per mezzo di Reazioni Nucleari a Bassa Energia (LENR) profondamente differente da quello fatto da Fleischmann e Pons. Autori dell'invenzione erano Francesco Piantelli e  Sergio Focardi.
Il loro processo si basava sull'uso di una barra di nichel, mantenuta per mezzo di una resistenza elettrica ad una temperatura di circa 200-400 °C e caricata con idrogeno attraverso un particolare processo.

Dunque, teniamo bene a mente questi 3 passaggi avvenuti a pochi anni di distanza l'uno dall'altro. Fusione in acqua deuterata con elettrodi di palladio e platino, invenzione delle batterie al Nichel Metal Idruro e fusione fredda dell'idrogeno (semplice) su nichel. Adesso analizziamo la composizione di un'accumulatore al Nichel Metallo Idruro. Questo accumulatore è fatto appunto di nichel ed idrogeno. In pratica, è un'apparecchio usato per produrre energia elettrica invece che calore (che è un effetto secondario derivante dal processo di carica).
Perciò il generatore termo nucleare di Piantelli, Focardi e Rossi potrebbe essere stato ispirato nel funzionamento da un fenomeno accessorio che si verifica durante la carica degli accumulatori al NI-MH. Questo fenomeno è lo sviluppo di calore (per ovviare il quale in alcuni casi gli accumulatori vengono addirittura refrigerati, durante la carica).
Adesso sappiamo che ognuno di noi potrebbe avere in casa (nei telecomandi nel pc nel telefonino ed in ogni altro apparecchio elettrico alimentato a batteria, dei potenziali reattori nucleari: GLI ACCUMULATORI AL NICHEL SU METALLO IDRURO).
Ma perché in queste batterie non si verifica lo sviluppo di calore sovra unitario che Rossi Piantelli e Focardi ora sostengono di rilevare in un mezzo che apparentemente è analogo alle medesime?
La risposta dovrebbe essere: perché nelle batterie Ni-MH manca il cosiddetto catalizzatore che Rossi tiene segreto.
Ora siamo ad una svolta decisiva. O il catalizzatore è veramente una sostanza materiale (va precisato che anche nelle batterie NiMH ci sono degli elementi materiali di differenziazione del nichel) che Rossi nasconde nel reattore di sua costruzione, o il reattore in esame è una bufala, oppure il catalizzatore consiste non in un materiale ("pietra filosofale") ma in una modulazione energetica che ponendo in oscillazione gli atomi di idrogeno ed il reticolo che li ha assorbiti, determina il processo di fusione nucleare o un qualche altro un fenomeno fisico simile.

Cosa aggiungere....? ...Possiamo prendere qualche batteria al NiMH avvolgerci attorno un filo isolato con una resistenza compatibile a quanto richiesto dall'uscita di un qualche amplificatore di potenza e poi....Iniziare ad iniettare un segnale in bassa frequenza per vedere cosa succede. Oppure irradiare con delle microonde la batteria (con la dovuta prudenza e dopo averla perforata e posta in acqua dentro un vetro pirex) o usare delle onde radio ordinarie, da trasmettere attraverso l'antenna, sull'avvolgimento posto attorno alla batteria.

Per esempio si potrebbe iniziare a sintetizzare ed ingegnerizzare sui tre concetti di fusione a confinamento magnetico, inerziale ed elettrochimico. Proviamo a vedere la scoperta di Fleishman e Pons come un suggerimento di modifica metodologica per chi ha provato per decenni a risolvere il problema con i vari Tocamak, Jet, Iter...o Camera di Shiva...Questo suggerimento si rivela come un gran regalo consegnato alla comunità scientifica. Proviamo a scartare quest regalo e dentro la confezione troveremo forse una soluzione interessante. Il confinamento insieme magnetico ed inerziale degli atomi di idrogeno da fondere (o da condurre verso un decadimento gamma) potrebbe avvenire non macroscopicamente ma all'interno dei reticoli di un metallo idruro (il nichel sembra rivelarsi il più adatto anche perché meno costoso di tutti, oltre che miglior assorbitore dell'idrogeno semplice, a differenza del deuterio che viene meglio assorbito dal palladio). Ora si tratta di applicare azioni energetiche sul nichel mentre produce idrogeno e lo incamera nei reticoli (o dopo la sua saturazione). Queste azioni possono appunto consistere in campi magnetici variabili in intensità forza e frequenza. Oppure in applicazione di differenze di potenziale elettrico, alternato, continuo o continuo pulsante; in diversa intensità e frequenza. Ecco il nuovo reattore a fusione.

Insomma quando sembra che non ci sia più nulla da fare, ci si accorge che invece ci sono moltissimi orizzonti da scoprire a tantissime opere da realizzare.


Nota: Seguono alcune mie citazioni del 2005 sul metodo da adottare per ottenere un surplus energetico.

http://it.wikipedia.org/wiki/Reversed_field_pinch

http://it.wikipedia.org/wiki/Reversed_Field_eXperiment

https://www.facebook.com/notes/angelo-ag-gaudenzi/la-fusione-fredda-rimarr%C3%A0-per-sempre-la-scoperta-di-fleishman-e-pons-oggi-le-bat/10151141229079089

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