lunedì 23 settembre 2013

LA QUESTIONE DEL SENATO NO AL GERRYMANDERING

A questo punto servirebbe una sentenza della Corte Costituzionale (oppure un emendamento alla vigente disciplina) mirante a dichiarare illegittima l'attuale legge elettorale perché non prevede un sistema di riequilibrio per l'assegnazione dei seggi senatoriali, se i premi regionali dovessero contrastare con i risultati della totalità dei voti espressi a livello nazionale. Il concetto di elezione dei senatori su base regionale previsto dalla Costituzione è riferibile alla delimitazione dei collegi elettivi che non devono travalicare i confini della regione elettoralmente interessata non coinvolgendo, appunto, una "base" elettorale esterna ai confini medesimi. Si deve tener conto dell'ultimo comma dell'Art. 57 della Costituzione che prevede esplicitamente un criterio di proporzionalità nell'assegnazione del numero dei seggi senatoriali alle regioni. Quindi è importante che vi sia proporzionalità nel determinare il numero dei seggi ma nulla lascia intendere che un'eventuale premio di maggioranza (presupponendone la legittimità in linea teorica) dovrebbe essere attribuito per circoscrizioni coincidenti con i limiti regionali, senza tener conto del risultato complessivo nazionale.
E' palese che i collegi elettorali si prestano alla realizzazione di maggioranze non corrispondenti alla volonta popolare complessiva. Questo è maggiormente evidente nei sistemi elettorali basati sul criterio del collegio uninominale, dove coloro che si occupano della ripartizione circoscrizionale sono fisiologicamente tentati all'applicazione del cosiddetto "Gerrymandering".

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