lunedì 23 settembre 2013

LA NATURA DEI SOGNI DOPO SIGMUND FREUD E GUSTAV JUNG

29 dicembre 2009 alle ore 1.38
Nel sogno (e nelle visioni) la corteccia visiva viene sollecitata per vie diverse da quelle retiniche (i recettori acustici rimangono invece attivi provocando una traslazione acustico ottica distorta dai dati visivi già memorizzati). In regime di perfetto isolamento sensoriale, forse la comunicazione con tutto il resto del cosmo avviene quasi per un'immersione della massa cerebrale nella sostanza che tutto collega istantaneamente ( il campo di Higgs? Entanglement quantistico? Membrane? Stringhe? Una volta Gustav Jung lo chiamò inconscio collettivo. Nei Veda questa sostanza viene definita Braman impersonale, oppure oceano causale, dove Visnu si immerge emanando innumerevoli universi dai pori della propria pelle. Il Santo Spirito di Dio?) nell'universo. Per questo è l'universo stesso che trasmette al cervello le interazioni ed i cambiamenti indotti dalla mente in base ai desideri che generano (e sono provocati da)  spostamenti delle sinapsi e cambiamenti della configurazione neuronale complessiva.
Sognare equivale dunque a comunicare e recepire gli effetti della propria comunicazione dal sistema circostante che è e deve rimanere perfettamente equilibrato come una grande ma semplice e prodigiosa equazione cosmica.


la prova dell'esistenza di una forma di comunicazione atemporale che Jung aveva intuito e ch J.S. Bell ha sviluppato matematicamente. http://it.wikipedia.org/wiki/John_Stewart_Bell

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